Due persone sono state denunciate per frode ai danni dell’erario nell’ambito di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Chieti scaturita da un controllo ad una società che nel 2020 aveva ottenuto finanziamenti grazie al cosiddetto “Decreto rilancio”, varato per aiutare gli imprenditori in difficoltà dopo la pandemia da Covid-19.
Gli sviluppi successivi hanno consentito l’individuazione di quattro società, tutte riconducibili al medesimo sodalizio (un
cinquantenne ed una settantenne originari di Tollo), che si sono indebitamente appropriate dei contributi pubblici
a fondo perduto, per l’ammontare di 75 mila euro.
L’esame dei documenti contabili e delle richieste di credito presentate agli intermediari (non indagati), insieme alla ricostruzione dei flussi finanziari, ha permesso ai finanzieri teatini di ipotizzare che le sovvenzioni statali siano state ottenute producendo documentazione artefatta e che tali somme, diversamente da quanto concepito dal Decreto, abbiano avuto finalità diverse.
Il Gip del Tribunale di Chieti, accogliendo le ipotesi accusatorie promosse dalla Procura della Repubblica inquirente, ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, del profitto del reato corrispondente all’ammontare dei sussidi accertati dalle Fiamme Gialle.
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