Otto marzo, Pd: le nostre proposte di legge regionale a sostegno delle donne sono tutte ferme  


L’Aquila. “Il governo regionale è fermo sulle azioni a sostegno delle donne e della parità di genere. Infatti  giacciono nei cassetti le proposte del centrosinistra sulla parità retributiva e sull’educazione che  avrebbero fatto dell’Abruzzo un modello a livello nazionale, e il centrodestra si limita a proposte  spot laddove occorrerebbero misure fisse. Non possiamo accettare iniziative di serie A e serie B, che  peraltro sono strutturali”: lo hanno detto questa mattina in una conferenza stampa svoltasi a Pescara  le responsabili dei dipartimenti Welfare, Francesca Buttari, e Diritti, Marielisa Serone D’Alò, la  coordinatrice delle donne dem Roberta Tomasi e i consiglieri regionali del PD Silvio Paolucci e  Antonio Blasioli.  

Le proposte del Pd. Per contrastare la disparità e la violenza di genere, abbiamo depositato un  progetto di legge, il 40/2024, avente ad oggetto “Promozione dell’educazione alla parità di genere e  alla prevenzione delle discriminazioni e della violenza di genere nelle istituzioni scolastiche,  universitarie e formative”. Con questa legge vogliamo istituzionalizzare e potenziare l’educazione  alla parità nelle scuole e nelle università. I dati sui femminicidi e sulle violenze confermano  l’urgenza di un intervento strutturale. La proposta prevede sei articoli e progetti di sensibilizzazione  rivolti a studenti, docenti e personale scolastico, finanziati attraverso un fondo regionale specifico.  La Regione sarà chiamata a collaborare con scuole, università, enti locali e associazioni per  promuovere una cultura del rispetto e prevenire discriminazioni e violenze. L’obiettivo è rendere  l’educazione alla parità di genere un elemento centrale nei programmi scolastici, coinvolgendo  l’intera comunità educante. Si sottolinea l’importanza di una strategia condivisa che miri a un  cambiamento culturale duraturo, anche attraverso la formazione del personale scolastico e  universitario affinché possa affrontare queste tematiche con strumenti adeguati. Il finanziamento  potrà avvalersi di risorse regionali e statali. Con questa proposta di legge si andrebbe a completare  un pacchetto di norme che tocca alcuni aspetti fondamentali per il contrasto alla violenza di genere:  quelli della prevenzione, della protezione e dell’emancipazione. È ormai chiara l’urgenza di  coinvolgere sempre di più le nuove generazioni per diffondere la cultura della parità di genere.  

Altra norma importante a cui stiamo lavorando è quella relativa all’attuazione degli strumenti per  la parità retributiva e per rimuovere i differenziali retributivi di genere. Il disegno di legge  introduce misure concrete per promuovere la parità di genere nel lavoro e garantire maggiori  opportunità alle donne. La Regione si impegna a favorire la parità salariale istituendo un Registro  delle aziende virtuose e una Giornata regionale contro le discriminazioni di genere. Sono previsti  incentivi per le imprese che assumono donne a tempo indeterminato, coprendo i costi di formazione  e offrendo premialità nei bandi regionali. Vengono rafforzate le politiche di reinserimento lavorativo  

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con percorsi formativi dedicati alle donne disoccupate, vittime di violenza o tratta e con disabilità,  attraverso contributi alle imprese e agli enti locali. Inoltre, l’istituzione dello “Sportello Donna” nei  Centri per l’Impiego garantirà servizi di orientamento, accompagnamento al lavoro e supporto  all’autoimpiego, favorendo una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro. Le  misure, opportunamente declinate, possono trovare immediata copertura finanziaria attraverso i  programmi operativi finanziati dai fondi europei.  

Il tema dell’occupazione femminile rimane centrale all’interno delle politiche di genere, non  solo per le donne stesse ma anche per il benessere e la salute sociale. Basti ricordare che il 67%  delle persone inattive in Italia è donna per riconosce la necessità di un intervento più efficace.  Riteniamo fondamentale il sostegno del PD e di tutto il Patto per l’Abruzzo al nostro progetto di  legge, con l’augurio di vederlo presto condiviso e supportato da tutte le realtà presenti in Consiglio  regionale, nella certezza che sia fondamentale portare avanti azioni e iniziative che incentivino  l’uguaglianza, le pari opportunità e il rispetto contro ogni forma di oppressione e di violenza basata  su genere, identità di genere e orientamento, così come misoginia e abilismo.  

Reddito di libertà. La norma nazionale fu approvata dal governo di centrosinistra, ma la legge che  ha istituito a livello regionale questo importante strumento di sostegno per le donne vittime di  violenza economica, approvata dall’intero Consiglio regionale, non è mai stata attuata dalla  maggioranza di centrodestra. Per il 2025, inoltre, il bilancio non prevede alcuna copertura  finanziaria. La sua piena applicazione avrebbe richiesto l’adozione di una delibera da parte della  giunta regionale già nei primi mesi del 2024, delibera necessaria per definire le linee guida  attuative. Tale documento avrebbe dovuto stabilire i criteri e le modalità di ripartizione delle risorse,  nonché garantire il coordinamento con altri interventi e servizi regionali e comunali, compresi i  Centri antiviolenza, con l’obiettivo di costruire un’azione efficace e sinergica a sostegno delle  donne vittime di violenza. Ad oggi, la legge non solo resta inattuata, ma le linee guida non sono  state adottate e non vi è alcuna copertura finanziaria. Sono i numeri a mostrare l’urgenza di dare  piena attuazione a questa legge: delle 25.000 donne vittime di dipendenza economica che si sono  rivolte nel 2023 ai centri antiviolenza, solo 1.600 hanno avuto accesso alla misura gestita a livello  nazionale, con grave ritardo. Senza una concreta integrazione economica da parte delle Regioni,  come già fatto dall’Emilia Romagna, rimarranno largamente maggioritarie le donne lasciate senza  sostegno.  

Sostegno dei centri antiviolenza e delle case rifugio per le donne maltrattate. Le disposizioni  hanno subìto profonde modifiche nella scorsa legislatura. Tuttavia, ad oggi, non si riscontrano  interventi concreti e la giunta Marsilio risulta completamente inadempiente. A conferma di questa  mancanza di interventi, il Consiglio regionale non ha mai ricevuto le relazioni previste per legge,  fondamentali per valutare lo stato di attuazione e l’efficacia delle misure adottate. 



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