Uno studio di Althesys presentato a Key The Energy Transition Expo 2025 fotografa la struttura e le potenzialità dell’industria italiana delle tecnologie per la transizione energetica: un comparto da 32 miliardi di euro, 86.000 addetti e 980 imprese, chiamato a confrontarsi con nuove sfide globali
Il settore italiano delle tecnologie e dei componenti per la transizione energetica rappresenta una realtà industriale di rilievo, con un fatturato di 32 miliardi di euro e l’impiego di 86.000 addetti.
Un comparto produttivo importante per il nostro Paese, costituito da circa 980 aziende, di cui 655 altamente specializzate e innovative che ci fa ben sperare nel futuro prossimo.
Nello studio realizzato da Althesys, spiega Alessandro Marangoni, si mette in luce la qualità dell’industria italiana in questo settore, che tuttavia ha bisogno di investimenti in ricerca e sviluppo continui.
“Per rafforzare il percorso verso la decarbonizzazione l’Italia può dunque fare leva su una solida base di competenze tecnologiche e industriali, ma per mantenere e rafforzare la competitività globale è necessario un impegno deciso in ricerca e sviluppo, così come un supporto strategico alle filiere industriali emergenti” spiega Marangoni.
Un ecosistema industriale in crescita
Nel periodo 2018-2023, il settore ha registrato una crescita significativa: il fatturato è aumentato del 70%, gli investimenti del 50% e l’occupazione del 16%. Le imprese specializzate contribuiscono all’1,5% del Pil nazionale, evidenziando l’importanza strategica di questo comparto nell’economia italiana.
In particolare, nel comparto rinnovabili operano un totale di 526 aziende, di cui il 36% svolge attività manifatturiera tra produzione di componenti e infrastrutture di rete, ambiti in cui ha una solida capacità produttiva che permette di servire il mercato domestico e realizzare esportazioni significative.
Inoltre, l’Italia si distingue in diversi segmenti della filiera energetica. Nel settore dei cavi, per esempio, il saldo commerciale con l’estero è positivo per 1,9 miliardi di euro. Anche nel comparto delle torri eoliche si registra un attivo di 60 milioni di euro.
Nell’idroelettrico, nonostante alcune difficoltà, le esportazioni di turbine ad alta potenza sono in crescita, con un saldo commerciale positivo di 37 milioni di euro nel 2023.
Nonostante le eccellenze, permangono sfide in settori come il fotovoltaico e gli accumuli elettrochimici, nei quali l’Italia è principalmente un importatore. La produzione nazionale di moduli solari è ancora limitata rispetto alla domanda interna, e senza interventi mirati, il peso delle importazioni potrebbe aumentare con la crescita di questi mercati.
La fotografia del settore
Le aziende che producono componenti solo per le fonti rinnovabili sono 55 e fatturano 2,1 miliardi mentre nel comparto efficienza energetica vi sono complessivamente 327 aziende, di cui 154 che producono componenti.
Il comparto infrastrutture e accumuli è costituito da un totale di 468 aziende. Di queste, 340 hanno un alto livello di specializzazione. Il comparto reti comprende 190 aziende altamente specializzate nella fabbricazione di componenti.
Si tratta di aziende di dimensioni significative, con un valore medio della produzione di circa 85 milioni di euro e una forza lavoro media di 219 dipendenti.
Quello degli accumuli comprende un numero più limitato di aziende (34), specializzate nella realizzazione di componenti. Hanno un valore medio della produzione di circa 100 milioni di euro, leggermente più alto degli altri segmenti, e una forza lavoro media di 181 dipendenti.
Quanto, infine, ai componenti per la mobilità elettrica, questo comparto conta circa 55 aziende specializzate e attive nella manifattura e non solo nei servizi, con un valore della produzione medio di circa 115 milioni e 395 dipendenti in media per azienda.
Tali dati derivano soprattutto da grandi aziende di componentistica per le colonnine, wallbox o comunque utili ai sistemi di ricarica (inverter, connettori, soluzioni smart…) che però sono attivi in molti segmenti della filiera, oltre che assemblatori di sistemi di ricarica.
Verso una strategia nazionale integrata
Per consolidare e ampliare la competitività del settore, lo studio Althesys sottolinea la necessità di una strategia nazionale che superi vincoli burocratici e favorisca investimenti in ricerca e sviluppo.
Sono auspicabili politiche di sostegno alla manifattura nazionale, incentivi fiscali per le imprese che investono nella transizione digitale e verde, e un rafforzamento della sicurezza negli approvvigionamenti di materie prime critiche.
La transizione energetica rappresenta un’opportunità senza precedenti per il rilancio dell’industria italiana. Il successo dipenderà dalla capacità di coniugare innovazione, investimenti e tutela del tessuto industriale nazionale, in linea con le strategie europee e globali.
Crediti immagine: Depositphotos
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