Dazi, il miliardario Bill Ackman chiede a Trump una moratoria di 90 giorni: Rischiamo conseguenze gravi


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Il miliardario e investitore di hedge fund Bill Ackman, che lo scorso anno ha appoggiato la candidatura alla Casa Bianca del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha rivolto un appello e un avvertimento all’inquilino della Casa Bianca in merito ai rischi dei dazi lineari annunciati dal presidente la scorsa settimana, paventando un collasso economico e gravi danni per l’elettorato del presidente. “Il mondo degli affari è un gioco basato sulla fiducia. Il presidente sta perdendo la fiducia dei leader economici a livello globale. Le conseguenze per il nostro Paese e per i milioni di cittadini che hanno sostenuto il presidente – in particolare i consumatori a basso reddito, già sottoposti a una forte pressione economica – saranno estremamente negative”, ha scritto Ackman in un lungo messaggi sulla piattaforma sociale X, precisando di condividere la volontà di Trump di correggere un sistema commerciale che penalizza gli Stati Uniti.

Le drastiche misure annunciate dal presidente la scorsa settimana rischiano però secondo il miliardario di causare gravi contraccolpi: “Imponendo dazi massicci e sproporzionati sia agli amici che ai nemici e lanciando così una guerra economica globale contro il mondo intero, stiamo distruggendo la fiducia nel nostro Paese come partner commerciale, come luogo in cui fare impresa e come mercato in cui investire capitale”, ha scritto Ackman. Il grande investitore ha sostenuto che Trump dovrebbe considerare una “moratoria di 90 giorni” dall’entrata in vigore dei dazi, per negoziare e risolvere “accordi tariffari asimmetrici e attrarre migliaia di miliardi di dollari di nuovi investimenti nel nostro Paese”. Se ciò non dovesse avvenire, e invece gli Stati Uniti dovessero lanciare una “guerra economica nucleare contro ogni Paese del mondo, gli investimenti delle imprese si bloccheranno, i consumatori chiuderanno i portafogli e danneggeremo gravemente la nostra reputazione nel resto del mondo. Una reputazione che richiederà anni, se non decenni, per essere riabilitata,” ha scritto Ackman.

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