ANCONA – Secondo il vicepresidente dell’Assemblea legislativa delle Marche Maurizio Mangialardi del Partito Democratico l’onorevole della Lega Mirco Carloni ha interpretato a proprio piacimento i dati del Pil regionale, al punto da definire tale rappresentazione «una propaganda sfacciatamente falsa». Infatti per Mangialardi «la presunta crescita economica delle Marche, sostenuta dall’ex consigliere regionale Mirco Carloni, rappresenta anche un insulto alle tante, troppe imprese e famiglie in difficoltà nella nostra Regione. Purtroppo per Carloni, però, i numeri sul Pil delle Marche sono univoci e non possono essere interpretati a piacimento». Sempre per il Dem inoltre «Furbescamente, il responsabile della delega allo sviluppo economico della Giunta Acquaroli nei due anni tra Ottobre 2020 e Ottobre 2022, cerca di intestarsi il rimbalzo del Pil post-covid: una ripresa economica con dati significativi frutto non certo delle sue politiche, ma del crollo registrato nel 2020 a causa del lockdown e delle efficaci misure di rilancio assunte nel 2020 dalla Giunta Ceriscioli con la Piattaforma 210, il cosiddetto ‘bazooka’, che ha immesso ben 210milioni di liquidità nell’economia marchigiana e con la legge 13/2020 sul credito che ha premesso a Confidi Uni.Co. di sostenere con prestiti ingenti gli investimenti delle imprese».
Sempre per Mangialardi inoltre «la totale stagnazione e il rischio recessione che incombe sulle Marche, dopo il rimbalzo 2021-2022, è un dato che ci viene fornito dalla Regione Marche, tramite il Documento di Economia e Finanza 2025-2027 presentato dalla stessa Giunta Acquaroli, dall’assessore Brandoni e dagli Uffici regionali tramite l’ultima nota di aggiornamento del Novembre 2024 sulle macroeconomiche per le Marche». Inoltre «per quanto riguarda il 2023 il Pil delle Marche è stato quello che è cresciuto di meno in Italia, con un misero +0,3%, come certificato dall’Istat a gennaio di quest’anno, a fronte di un Pil che a livello nazionale si è attestato su un discreto +0,9%». E poi «nel 2024 le Marche hanno smesso di crescere arrivando allo 0%. Un dato che potrebbe essere ulteriormente ridimensionato dalla verifica Istat a fronte di un Pil nazionale che segna un +0,5%». Infine «le previsioni per il 2025 fornite dalla Giunta Acquaroli non sono migliori: dopo due anni di crescita essenzialmente zero, si spera di raggiungere un +0,5% che sarebbe comunque inferiore alla previsione della media nazionale di +0,7%. Più che gioire per questi dati consolidati che pongono le Marche in fondo alle classifiche nazionali sullo sviluppo economico, bisognerebbe piuttosto aprire una riflessione per capire dove stiamo sbagliando e invertire al più presto la rotta».
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