Arvedi AST, spuntano gli sconti sull’energia nell’ambito del rinnovo delle concessioni idroelettriche


Un piano industriale da 560 milioni di euro, il mantenimento dei livelli occupazionali (con 59 nuove assunzioni), un contributo a fondo perduto del Governo per 70 milioni di euro e un sistema di sconti e agevolazioni dedicate alle aziende energivore nell’ambito del rinnovo delle concessioni idroelettriche previste al 2029. Sono questi i dati salienti emersi nel parlamentino di Palazzo Piacentini, la sede romana di via Veneto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove è andato in scena il summit convocato dal ministro Adolfo Urso su Arvedi AST di Terni. 

Il comunicato diffuso dal ministero apre la strada a un cambio di scenario. Il fattore energia non sembra più essere un terreno di scontro, o comunque l’elemento in gradi di far saltare il banco dell’Accordo di programma da firmare. Piuttosto, le parole vergate nero su bianco dagli spin doctor del MIMIT evidenziano che la soluzione del rebus energetico è necessaria per “creare un contesto favorevole per l’attuazione degli investimenti di Arvedi AST“.

Sconti su energia e rottame: MIMIT, MASE e Regione al lavoro per risolvere il puzzle

Si lavora a una nuova piattaforma. Che farà convergere la capacità di generazione idrolettrica territoriale, l’ambizione di AST di ricavare un ritorno dala grande opera poi nazionalizzata (l’acciaieria non viene più indennizzata dal 2010) e l’opportunità della scadenza nel 2029 delle concessioni per lo sfruttamento energetico. A costruire il puzzle sono tre soggetti: il MIMIT, appunto, e poi il Ministero dell’Ambiente e la Regione Umbria. E non è tutto, perché oltre agli sconti in bolletta da prevedere col rinnovo delle concessioni, si studia anche l’introduzione di incentivi all’acquisto di rottame per l’acciaio speciale. Un elemento definito “strategico per la transizione verde e digitale del Paese” dallo stesso Ministero.

Messe alle spalle le elezioni regionali, cambiati i contesti geopolitici internazionali (col rischio dazi a prendersi la scena) e con gli energy manager del gruppo siderurgico che stanno predisponendosi a sfruttare le opportunità del Bando Energy Release 2.0 (sconti di 36 mesi in bolletta in cambio di nuovi impianti rinnovabili che restituiranno il contributo in 20 anni), adesso si ricomincia a parlare di firma vicina. La dead line fissata è quella della fine del mese di maggio. Come se l’incontro odierno fosse stato un vertice di aggiustamento per arrivare alla soluzione finale. 
Stessa squadra al lavoro, dunque, anche per la redazione dell’Accordo di Programma. MIMIT, MASE e Regione Umbria stanno rifinendo il testo che definirà in modo puntuale gli impegni assunti dalle parti pubbliche e private. La firma è prevista entro il mese di maggio, al termine delle valutazioni sul piano industriale da parte del territorio e delle rappresentanze sindacali.

Il ministro Urso: “Accordo di programma passaggio cruciale per mettere Terni al centro della siderurgia nazionale”

Sarà un passaggio cruciale per il rilancio dello stabilimento di Terni, che vogliamo riportare al centro della strategia nazionale sulla siderurgia, in un’ottica di autonomia produttiva, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale”, ha commentato il ministro Urso. Spiegando che l’acciaio di AST troverà utilizzo nei settori ad alta tecnologia e che stanno registrando una forte crescita, come la difesa, l’aerospazio e l’energia.

Il polo di Terni rappresenta un tassello fondamentale del piano siderurgico nazionale – ha continuato Urso -. Il progetto e gli investimenti rafforzeranno il ruolo strategico del sito ternano, valorizzando una filiera industriale essenziale per l’autonomia produttiva del nostro Paese e per la transizione tecnologica ed ecologica dell’intero comparto”.

L’obiettivo, hanno ribadito i vertici ministeriali (oltre ad Adolfo Urso c’era anche Giampiero Castano, il capo della task force per le politiche e gli interventi in materia di riconversione industriale) è quello di arrivare a rendere sostenibile la produzione di acciaio in Italia. E a Terni, dove il processo produttivo è già elettrificato, in modo particolare. 

Un piano industriale da 560 milioni, 70 milioni in arrivo dal Governo a fondo perduto

Insomma, il vertice di palazzo Piacentini è servito soprattutto per presentare e ufficializzare il nuovo piano Arvedi AST, dopo le scaramucce pre-elettorali e la battaglia sull’energia. E in base a queste nuove “assumptions” per aggiustare e aggiornare i contenuti rispetto alla definizione dell’Accordo di Programma per la riconversione industriale e la messa in sicurezza ambientale del sito produttivo AST di Terni. “In un’ottica di sostenibilità e rilancio competitivo“, hanno detto i manager di viale Brin e i tecnici governativi. 

Il tavolo è stato presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e ha visto la presenza dei rappresentanti del Gruppo Arvedi AST, delle organizzazioni sindacali, della presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, e del Comune di Terni.

Nel corso della riunione, l’azienda ha presentato il proprio piano industriale, che prevede investimenti complessivi al 2028 per oltre 560 milioni di euro destinati all’elettrificazione dei processi e all’aumento dell’efficienza della produzione di acciaio inox, nonché investimenti per assicurare sicurezza e sostenibilità ambientale. Il Mimit contribuirà con un finanziamento a fondo perduto di circa 70 milioni di euro. L’azienda, dal canto suo, ha ribadito il proprio impegno al mantenimento dei livelli occupazionali, condizione imprescindibile per il proseguimento del confronto e per la sottoscrizione dell’accordo.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link