La sanità italiana necessita di una profonda trasformazione per far fronte alle nuove sfide. Le priorità da affrontare includono la sostenibilità complessiva del Sistema Sanitario Nazionale, che deve essere considerata non solo nella dimensione ambientale ed energetica, ma soprattutto in quella economica e sociale. Abbiamo approfondito queste tematiche con Elita Schillaci, docente di Principi di Management all’Università di Catania e Founder del centro Innovation Leadership and Healthcare Management, già nostra ospite al FORUM Sanità dello scorso ottobre e che abbiamo intervistato in preparazione del prossimo FORUM PA 2025, incentrato sul tema “verso una PA aumentata“.
L’attuale panorama sanitario presenta numerose problematiche evidenti: tempi d’attesa eccessivi, pronto soccorso sovraffollati e un preoccupante fenomeno di rinuncia alle cure, particolarmente diffuso tra le popolazioni economicamente svantaggiate e nelle aree meridionali del paese. Come sottolinea la professoressa Schillaci, il sistema sta vivendo una fase di particolare criticità aggravata dall’invecchiamento demografico e dalla crescente incidenza di malattie croniche. Si tratta di situazioni che esigono necessariamente nuovi modelli di risposta. La situazione è ulteriormente complicata dall’esodo di personale medico dalle strutture ospedaliere e dall’incremento della pressione sui servizi pubblici, a fronte di un parallelo rinforzamento della sanità privata.
Di fronte a queste sfide, è essenziale sviluppare strategie innovative e interventi strutturali. Le tecnologie digitali, e in particolare l’intelligenza artificiale, rappresentano strumenti preziosi per migliorare l’efficienza e l’efficacia del sistema. Ma, come evidenzia la professoressa Schillaci, ciò che ha la priorità assoluta è un cambiamento di rotta immediato, guidato da una visione strategica che integri tre elementi fondamentali: persone, tecnologie e relazioni. Diventa dunque fondamentale mettere al centro il paziente e superare quella che Schillaci definisce come “crossing the chasm”, la fase critica in cui l’innovazione deve trasformarsi da sperimentazione limitata a prassi diffusa. Non meno importante è potenziare le interconnessioni tra i diversi attori del sistema sanitario attraverso reti civiche e comunità di pratica, facilitando così l’evoluzione da un’intelligenza singola ad intelligenze aggregate e collettive.
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