“Tutelare le imprese e i lavoratori della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa, a rischio per via delle restrizioni introdotte dal decreto sicurezza del governo”. Lo chiede il Partito democratico con un’interrogazione sottoscritta da Elena Carletti (prima firmatari), Paolo Calvano, Valentina Ancarani, Alice Parma, Maria Laura Arduini, Niccolò Bosi, Eleonora Proni, Luca Sabattini, Lodovico Albasi, Matteo Daffadà, Maria Costi presentata in commissione Politiche economiche presieduta da Luca Giovanni Quintavalla.
“Le nuove norme -ha spiegato Niccolò Bosi- escludono qualsiasi tipo di attività o trattamento anche quando i prodotti derivino da coltivazioni lecite. Il decreto-legge, inoltre, ribadisce il divieto generalizzato delle infiorescenze, con la sola eccezione della loro lavorazione esclusiva per la produzione di semi. Le associazioni imprenditoriali di settore hanno stigmatizzato come nel giro di una notte molte imprese siano così passate dalla condizione di potenziali beneficiari di incentivi pubblici a quella di soggetti operanti in attività illegali. Dal 2016 in Emilia-Romagna sono fiorite diverse attività imprenditoriali per la lavorazione della canapa. La delocalizzazione delle produzioni in altri Paesi dell’Unione Europea dove invece sono consentite le attività divenute di colpo illegali in Italia, rischiano di provocare evidenti e pesantissimi contraccolpi sull’occupazione di un settore che investe una consistente filiera agricola, agroindustriale, artigianale e commerciale”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere “quante sono le imprese in Emilia-Romagna coinvolte dalle restrizioni introdotte dal governo e se c’è una stima dell’impatto sulla filiera”. I consiglieri Pd chiedono inoltre alla giunta “di attivarsi, anche attraverso la Conferenza dei presidenti delle Regioni e la Conferenza Stato-Regioni, per promuovere modifiche normative a tutela del settore e dei lavoratori”.
Ha risposto l’assessore ad Agricoltura, caccia e pesca Alessio Mammi: “Le misure introdotte dal decreto sicurezza pongono limitazioni alla coltivazione e commercializzazione dell’infiorescenza della canapa con effetto domino su tutta la filiera. La legge 242 del 2016 aveva introdotto sostegno alla coltivazione della canapa per contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale e come coltura da rotazione per rendere i terreni più fertili. Attualmente in Emilia-Romagna ci sono circa 44 ettari di terreni coltivati a canapa con circa 49 imprese dedicate. A livello nazionale sono circa 800 le imprese che si occupano di coltivazione e 400 della trasformazione. Consci dei problemi che il decreto sicurezza potrebbe arrecare al settore, con le altre Regioni, per il tramite della Commissione Politiche agricole in Conferenza Stato Regioni, abbiamo scritto al governo per esprimere perplessità e chiedere un’azione coordinata e tempestiva per valutare interventi opportuni a tutela settore e di tutta la filiera”. Bosi si è detto “soddisfatto per l’impegno in seno alla Commissione Stato Regioni al fine di arrivare a una soluzione condivisa per questa importante filiera che opera nel nostro territorio”.
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