l’Africa protagonista della transizione energetica globale


Un pubblico numeroso ha partecipato al convegno organizzato dalla Pontificia Università della Santa Croce in occasione della Giornata mondiale dell’Africa. Al centro, il ruolo dell’Africa nella transizione energetica e l’importanza di valorizzare il protagonismo dei giovani africani nel costruire un futuro equo e sostenibile.

L’Africa come attore globale per l’energia sostenibile

Si è concluso con un forte richiamo alla responsabilità collettiva e alla valorizzazione dei giovani africani il convegno Energia, giovani e futuro. Dall’Africa uno sguardo globale sulla transizione sostenibile, svoltosi questa mattina presso la Pontificia Università della Santa Croce in occasione della Giornata mondiale dell’Africa 2025.

Un’assemblea numerosa ha accolto relatori ed esperti provenienti da diversi settori – economia, ambiente, cooperazione, regolazione energetica – per un confronto ad ampio raggio su uno dei temi più urgenti e strategici del nostro tempo: il ruolo dell’Africa nella transizione energetica globale e il contributo essenziale delle nuove generazioni nella costruzione di un futuro sostenibile.

L’iniziativa, promossa dalla Pontificia Università della Santa Croce in collaborazione con Harambee Africa International, ha voluto offrire non solo uno spazio di riflessione, ma anche una piattaforma concreta per accendere l’attenzione su ciò che l’Africa già rappresenta oggi nel panorama mondiale: non un continente «da aiutare», ma una realtà giovane, viva, ricca di risorse – non solo naturali, ma soprattutto umane e sociali.

Giovani protagonisti del cambiamento

A dare avvio ai lavori è stato Isaac Kodjo Atchikiti, esperto in finanza climatica della Frankfurt School of Finance and Management, che ha sottolineato come «La creazione di un’Africa sostenibile richiede un’economia trasparente e stabile. Questi elementi non sono solo strategie, ma fondamenta essenziali per costruire un futuro in cui possiamo celebrare non solo la creazione dell’Unione Africana, ma anche i suoi concreti successi per il popolo africano».

Ha preso poi la parola Musamamba Mubanga, attivista impegnata presso Caritas Internationalis, la quale ha offerto una testimonianza vibrante sul legame profondo tra giustizia climatica, diritti umani e sicurezza alimentare. «Il problema dell’esclusione dai servizi energetici essenziali rimane una delle sfide più urgenti che dobbiamo affrontare – ha affermato – le attuali lacune delle politiche energetiche continuano a lasciare milioni di persone senza accesso all’elettricità, perpetuando disuguaglianze che impattano su ogni aspetto della vita quotidiana».

Le sfide regolatorie e il ruolo della cooperazione internazionale

Di visione regolatoria ha parlato Fabio Tambone, direttore per la regolazione di Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), evidenziando come «Acqua e energia sono i due pilastri su cui costruire lo sviluppo sostenibile dell’Africa. Il continente possiede enorme quantità di risorse che rappresentano al tempo stesso grandi opportunità e sfide complesse. È fondamentale sviluppare un sistema di generazione energetica distribuita. Se non adottiamo questo approccio, tra anni ci troveremo ancora a discutere degli stessi problemi irrisolti».

A offrire uno sguardo operativo sul ruolo degli enti italiani è stata Isabela Stoll, responsabile delle relazioni internazionali del Gestore dei Servizi Energetici (Gse), che ha illustrato le potenzialità della cooperazione energetica: «I nostri progetti di gemellaggio in Malawi ci hanno mostrato la criticità dell’accesso all’elettricità, con solo il 15% della popolazione servita. È essenziale concepire lo sviluppo elettrico come parte di un progresso più ampio e globale, mantenendo sempre uno sguardo positivo verso il potenziale straordinario che l’Africa rappresenta per il futuro del pianeta».

Imprese etiche per lo sviluppo integrale

Angela Cestari, dirigente del Gruppo Cestari – attivo nel settore energetico in numerosi Paesi africani – ha concluso il panel portando l’esperienza concreta di un’impresa che ha scelto di investire nel continente africano con una visione etica e di lungo periodo. «Il nostro impegno per un’energia 100% rinnovabile in Africa è indissolubilmente legato allo sviluppo agricolo e sanitario delle comunità locali. Ogni investimento che facciamo, come nella produzione di cacao, mira ad apportare benefici in termini di salute, educazione, formazione ed energia. Siamo fermamente convinti che l’Africa abbia tutte le capacità per gestire autonomamente il proprio cambiamento energetico».

La responsabilità comune per un futuro condiviso

L’incontro si è svolto in un clima di ascolto, partecipazione e apertura interculturale, con numerosi interventi anche da parte del pubblico, composto da studenti, docenti universitari, operatori pastorali e rappresentanti della società civile. Non sono mancati momenti di forte coinvolgimento emotivo, a testimonianza di quanto il tema dell’Africa non sia una questione «altra», ma una responsabilità comune che interpella direttamente anche le istituzioni ecclesiali, accademiche e sociali.

La Giornata mondiale dell’Africa, istituita il 25 maggio 1963 per ricordare la nascita dell’Organizzazione dell’Unità Africana, è oggi un’occasione preziosa per ribadire la centralità del continente africano nella storia e nel futuro del mondo. E l’incontro promosso a Roma ha voluto proprio lanciare questo messaggio: «Dall’Africa una luce per il futuro del pianeta».

La Pontificia Università della Santa Croce, attraverso eventi come questo, conferma il suo impegno nel favorire il dialogo tra culture, la formazione integrale della persona e l’attenzione ai grandi temi della giustizia globale e della solidarietà. Con la consapevolezza che solo attraverso un’autentica alleanza tra i popoli sarà possibile costruire un futuro davvero sostenibile, giusto e condiviso.





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