“Il governo vuole fare a meno di SpaceX”


Dopo aver fatto alzare più di un sopracciglio, il dossier Starlink pare essersi arenato. È lo stesso Andrea Stroppa, braccio destro di Elon Musk in Italia, a spiegarlo. “Da quanto ho capito, il ministro Urso, pochi giorni fa, ha dichiarato di fronte alle più importanti figure istituzionali che l’Italia avrà la sua costellazione satellitare a bassa orbita entro cinque anni per uso governativo militare senza l’aiuto di Starlink e SpaceX”, ha detto Stroppa parlando in un’intervista concessa a La Stampa.

“Da italiano, questo mi rende molto orgoglioso e faccio il tifo per questo progetto nazionale. Da tecnico, però, mi chiedo con quali lanciatori si pensi di mettere in orbita i satelliti per coprire il Mediterraneo“. Stroppa è appena tornato dagli Stati Uniti, dove ha incontrato il tycoon, per il quale la strategia spaziale italiana è difficile da comprendere: “Chi produrrà i satelliti? Chi li gestirà? Chi si occuperà dell’hardware?

Stroppa fa notare che per ottenere le certificazioni di antenne e router, che devono essere installati su aerei o navi, servono anni, molti anni. “L’unico riferimento sul mercato è Kuiper di Amazon, che dopo sei anni ha lanciato i primi 27 satelliti di prova con un investimento di dieci miliardi e con circa 1.500 ingegneri presi sul mercato che spesso vengono proprio da SpaceX. Ma ancora non può installarli su mezzi mobili come aerei e navi, imprescindibili per il progetto Difesa”.

Secondo Stroppa, del resto, la Difesa ha bisogno di caratteristiche molto specifiche. “Non credo sia un caso che Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e perfino l’Ucraina utilizzino Starlink per attività tanto delicate. Questi sono gli utilizzatori che ne hanno parlato pubblicamente; anche altri, nel Vecchio continente, lo fanno, ma si guardano bene dal dichiararlo”.

Puntare su una soluzione ponte

Sul fronte dei servizi a banda larga satellitare offerti dai privati, spicca la costellazione per la connettività a banda larga e bassa latenza in orbita Leo OneWeb, realizzata da Eutelsat e composta da circa 650 satelliti. La concessionaria italiana è Telespazio e possiede anche 34 satelliti geostazionari.

Ma Eutelsat in questo senso non è un competitor di Starlink. “Soprattutto per i Paesi Nato. Gran parte dei satelliti messi in orbita da Eutelsat sono stati lanciati tramite razzi di Paesi extra-Nato, il che esclude, per motivi di sicurezza, ogni collaborazione seria. Gli ultimi li ha lanciati proprio con SpaceX”, ha precisato Stroppa.

Commentando la possibile intesa tra il governo e Starlink, non ancora esclusa del tutto, Stroppa ricorda che “diversi ministri come Guido Crosetto e i vertici della Difesa come il generale dell’Aeronautica Goretti hanno spiegato la necessità e l’urgenza di dotarsi di questa tecnologia guardando ai dati di fatto e lasciando da parte le polemiche. È un tema molto caro anche alla Marina militare e agli Esteri. Più volte Leonardo ha pubblicamente dissipato i dubbi relativi a problemi di sicurezza nazionale. L’idea di avere Starlink come soluzione ponte, in attesa di una costellazione nazionale, è sensata“.

II progetto Iris2 e l’orizzonte del 2030

La costellazione a cui allude Stroppa è Iris2 dell’Ue (Infrastruttura per la resilienza, l’interconnettività e la sicurezza via satellite), che offrirà maggiori capacità di comunicazione agli utenti governativi e alle imprese, garantendo al tempo stesso la banda larga Internet ad alta velocità per far fronte alle zone morte della connettività.

La costellazione multi-orbitale combinerà i benefici offerti dai satelliti Low Earth (Leo), Geostationary (Geo) e Medium Earth Orbit (Meo) fornendo servizi di comunicazione sicuri all’Ue e ai suoi Stati membri, nonché connettività a banda larga per i cittadini europei, le imprese private e le autorità governative. I servizi governativi mirano a fornire connettività sicura agli utenti governativi per garantire capacità resilienti e mondiali agli Stati membri. I servizi commerciali devono essere forniti da partner commerciali che offrono servizi competitivi con tecnologie all’avanguardia.

Il problema sono, come tutti sanno, le tempistiche: la Commissione europea ha aggiudicato al consorzio SpaceRise un contratto di concessione di 12 anni per lo sviluppo, la diffusione e la gestione del sistema satellitare dell’Unione per la connettività sicura Iris2 nell’ottobre 2024. Ma per la messa a regime si dovrà attendere il 2030. Che poi è esattamente l’orizzonte temporale di Urso, stando a quanto dichiarato da Stroppa.

Qualcosa potrebbe comunque muoversi per la società di Elon Musk in Lombardia, dove per la gara sulla banda larga satellitare a copertura delle aree remote sono pervenute cinque offerte: quelle di Mgh systems Italia, Sirius technology e Acantho e i due raggruppamenti temporanei di impresa capitanati da FiberCop e Fastweb. Le cordate FiberCop e Fastweb sono di fatto le due in pole position e, secondo quanto riporta Wired, in entrambi i gruppi vi sono fornitori accreditati Starlink. Si tratta di Telespazio, presente nell’Rti guidata da Fastweb, e di Fmc Globalsat (in quella FiberCop).

A prescindere da chi si aggiudicherà il bando, quindi, la società di Elon Musk avrà comunque un ruolo nella partita della banda larga satellitare in Lombardia, la prima regione italiana che intende superare tutti i gap di connettività facendo leva sulla tecnologia spaziale.



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