Tagli ai fondi per la sicurezza stradale per finanziare il Ponte. Comuni e Province contro Salvini: “Irresponsabile”


Comuni, Province e opposizioni contro il ministero delle Infrastrutture, che nei giorni scorsi ha sollecitato Anci e Upi a bloccare i cantieri di manutenzione e messa in sicurezza delle strade. Bisogna risparmiare, diceva in poche parole la missiva, per tradurre in pratica i tagli da 1,7 miliardi decisi con l’ultima legge di Bilancio e il decreto Milleproroghe, che hanno spostato risorse alla realizzazione del ponte di Messina. La sforbiciata solo per il 2025 ammonta a oltre il 70% delle risorse assegnate inizialmente, lamentano gli amministratori locali, e per i prossimi tre anni sfiora il 50%. Con rischi per la sicurezza dei cittadini ma anche contraccolpi sul tessuto produttivo. L’assemblea dei presidenti delle Province il 15 maggio ha dato mandato al presidente Pasquale Gandolfi di sollecitare Matteo Salvini perché apra subito un tavolo di crisi e ripristini i 385 milioni di fondi sottratti per il 2025 e il 2026. Il ministro da Genova si giustifica dicendo che “una parte dei soldi tagliati alla manutenzione delle strade provinciali arriverà per i maggiori costi delle Infrastrutture, anche per il Terzo Valico” e sostiene che “il ponte sullo Stretto di Messina non c’entra nulla”.

“I tagli lineari sono una scelta grave, irresponsabile e pericolosa“, dichiara Roberto Gualtieri, presidente nazionale di Ali e sindaco metropolitano. “Ancora una volta il governo decide di fare cassa sulle spalle degli enti locali, compromettendo la sicurezza stradale e il diritto alla mobilità dei cittadini. Si tratta di risorse già assegnate e vincolate a interventi progettati e in fase di realizzazione. Nei territori questi tagli stanno già bloccando cantieri, imponendo la sospensione o la rimodulazione di opere essenziali. Nel solo territorio della Città metropolitana di Roma Capitale i tagli previsti per gli anni 2025 e 2026 ammontano a quasi 13 milioni di euro rispetto ai 18 milioni inizialmente assegnati. Non è sostenibile che a pagare il prezzo di queste scelte siano le comunità locali, con strade meno sicure, progetti interrotti e servizi ridotti”.

Pd e M5s attaccano. Un’interrogazione dem sottoscritta dalla segretaria Elly Schlein chiede al governo di spiegare “quali finalità abbia ritenuto più urgenti e importanti per finanziare con i fondi destinati alla sicurezza delle strade e come intenda assicurare che non sia pregiudicata la manutenzione delle reti provinciali e delle Città metropolitane”. Si tratta “di una cifra complessiva di oltre 1,7 miliardi”, ricordano i dem, e il taglio “comporterà inevitabilmente un impatto significativo sui lavori già programmati e sullo stato manutentivo delle strade, alcune delle quali sono al limite della sostenibilità in termini di sicurezza. Il rischio concreto è che, venendo a mancare risorse fondamentali per la manutenzione straordinaria, vi sia la necessità di limitare la circolazione stradale, pregiudicando i servizi ai cittadini e il diritto alla libera circolazione. La stessa legge di Bilancio del governo Meloni che ha effettuato questi brutali tagli lineari per la manutenzione delle strade ha invece previsto un ulteriore stanziamento di circa 2 miliardi di euro per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, facendo così lievitare il costo di un’opera inutile, costosa e pericolosa ad oltre 13 miliardi di euro”.

Il capogruppo M5s in commissione Trasporti Antonino Iaria parla di “ladrocinio“: “Da noi in Piemonte il taglieggio è diffuso: 10 milioni in meno per la provincia di Torino, 7 per quella di Cuneo, e a seguire tagli e taglietti per tutte le altre. Salvini non ha avuto coraggio neppure di metterci la faccia, affidando a una sbiadita nota del Mit la garanzia che in realtà le risorse per le manutenzioni alle strade provinciali non verranno meno. Adesso che il Mase ha licenziato il parere del

La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, definisce la scelta “un altro schiaffo del Governo Meloni”: secondo Todde, la riduzione dei fondi a disposizione da 51 a 27 milioni di euro mette a rischio la sicurezza di lavoratori, studenti, mezzi di soccorso e pendolari che ogni giorno percorrono le strade secondarie dell’Isola. “Una scelta grave e miope a cui risponderemo. È inaccettabile che la Regione debba ancora una volta supplire alle mancanze del governo centrale”.



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