Pnrr alla moviola: la spesa resta ferma al palo


Effetto moviola, l’ha definito la Uil. Un’immagine che esprime con chiarezza la capacità di spesa dei fondi del Pnrr da parte dell’Italia. E a rilento procedono sia la messa a terra dei progetti che la spesa effettiva dei fondi, con “un andamento effetto moviola allarmante”, si sottolinea in un’analisi sullo stato di attuazione del Piano condotta dal servizio Lavoro, coesione e territorio della Uil, diretto della segretaria confederale Ivana Veronese.

Tutto ciò a poco più di un anno dalla fine del Pnrr, con la scadenza finale che è ormai dietro l’angolo. I dati su cui si basa lo studio sono aggiornati al mese di marzo: i progetti attivati sono stati oltre 284mila, per un valore di 146,2 miliardi di euro, pari al 75,2% del totale del Pnrr. Ma la spesa effettiva è molto più bassa, fermandosi a 65,7 miliardi e solamente al 33,8% del totale. Veronese si dice molto preoccupata “dalla performance del piano e per nulla rassicurati dalle parole contraddittorie che provengono dal governo”. Uno degli allarmi lanciati da Veronese riguarda le “continue revisioni, tagli e rinvii”. Un riferimento anche alle ultime notizie di un governo pronto a rivedere ancora una volta il Piano, come confermato anche dal ministro Tommaso Foti. “Le poche certezze che abbiamo, ad oggi, è che molti degli obiettivi e dei target, previsti in origine, sono stati spostati al 2025 e al 2026 – sottolinea l’esponente della Uil – con il rischio concreto di creare un collo di bottiglia e di non riuscire a raggiungere tutti i risultati”.

L’effetto moviola del Pnrr: i dati sulla spesa effettiva dei fondi Ue

La Uil analizza i dati dei progetti finanziari ed evidenzia che è stato assegnato a progetti operativi il 98,5% delle risorse della Missione 3, dedicata alle infrastrutture. Per la Missione 4 (istruzione e ricerca) la percentuale è del 93,4%, per la Missione 6 (salute) siamo al 93,3%, per la Missione 5 (inclusione e coesione) il 79,4%, per la Missione 2 (transizione ecologica) il 76,3%, per la Missione 1 (digitalizzazione e innovazione) il 53,8% e per la Missione 7 (il piano RepowerEu) il 18,7%.

La differenza, però, è evidente se si vanno guardare i numeri della spesa effettiva del Piano: 1,2% per la Missione 7, 18,6% per la Missione 5, 18,9% per la Missione 6, 33,6% per la Missione 4, 36,6% per la Missione 3, 36,9% per la Missione 2 e 48,9% per la Missione 1. Andando ad analizzare i dati della spesa delle amministrazioni centrali, il ministero degli Esteri fa segnare il 50,3% di spese delle risorse assegnate, contro il 50,2% del ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Molto più indietro (11,2%) è il ministero del Lavoro, così come arrancano il ministero dell’Agricoltura (11,3%), della Cultura (14,8%), del Turismo (16,2%) e della Salute (18,9%). Per Veronese adesso, invece di dibattere di proroghe o di revisioni, è necessario accelerare e utilizzare tutte le risorse e per farlo viene sollecitata anche “la convocazione della cabina di regia con le parti sociali”. Che non si riunisce dal dicembre 2023.



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