Un posto libero ai centri estivi: come una scalata


L’ultima campanella di scuola tra una settimana esatta. Felici bambini e studenti, meno i genitori che devono affrontare subito un nuovo problema: dove mettere i figli, piccoli o adolescenti, d’estate.

A Udine sono 10 le strutture date in appalto dal comune, 2.700 le domande su 1.860 posti disponibili. Quindi per due terzi vengono accolte. A Trieste il comune offre diverse opzioni, centri estivi in appalto per gli under 11, e i 13 ricreatori comunali che aprono le porte dall’11 giugno, ma come spesso succede le domande sono molte, 4.400, più dei posti disponibili (1.936). Perché questa è la capienza consentita. Più del 50% delle famiglie non viene accolto, almeno non subito.

Negli uffici dei servizi educativi di Trieste le famiglie chiamano perché finite in liste d’attesa. Ma quest’anno è stato scelto di aumentare i punteggi per determinate categorie, dietro sollecitazione dei genitori stessi.

E anche se spesso la lista d’attesa si assottiglia (perché alcune famiglie rinunciano), i genitori hanno bisogno di prenotare con certezza un’alternativa. E a Trieste come altrove ci si rivolge alle strutture private. I costi sono alti, da 130 a 200 euro a settimana. La Regione Fvg dal Covid in poi ha attivato una serie di misure di sostegno, tra cui la dote famiglia.

Nel servizio le voci di Maurizio De Blasio, assessore all’istruzione del Comune di Trieste, e di Patrizia Pavatti, della Direzione Centrale lavoro, formazione, e famiglia Regione Fvg.



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