Industria lattiero-casearia pilastro dell’agroalimentare italiano, con l’Isola protagonista del settore ovicaprino


Con un valore della produzione di oltre 7 miliardi di euro nella fase agricola tra latte vaccino, ovicaprino e bufalino e 18,5 miliardi di fatturato, pari rispettivamente al 10% sia del valore della produzione agricola che del fatturato dell’industria agroalimentare nazionale, il settore dell’industria lattiero casearia si conferma uno dei pilastri dell’agroalimentare italiano.

Lo sottolinea Confagricoltura in vista della Giornata Mondiale del Latte che si celebra il 1° giugno: un’occasione per riflettere sul valore di questo prezioso alimento e promuovere una maggiore consapevolezza sui benefici che apporta alla nostra salute attraverso campagne di informazione che vadano oltre i programmi di educazione alimentare nelle scuole.

Un comparto, quello lattiero caseario, che vede la Sardegna protagonista, soprattutto per quanto riguarda la produzione di latte ovicaprino. Per quest’ultima, i dati nazionali parlano di quasi 500.000 tonnellate annue prodotte, con un sistema che “conta” su 110mila allevamenti e quasi 7 milioni di capi. Oltre il 93% dei capi ovini allevati è presente nelle regioni del Centro-Sud, con una netta prevalenza proprio della Sardegna, in cui si concentra ben il 49% dei capi. A seguire la Sicilia (12% del totale), il Lazio (7%) e la Toscana (5%).

«Negli anni – sottolinea Confagricoltura – gli allevamenti italiani hanno investito in innovazione e benessere animale raggiungendo standard qualitativi elevati che premiano il prodotto italiano, rendendolo un’eccellenza apprezzata in Italia e all’estero. Molte le tipologie di latte prodotto nel nostro Paese – oltre a quello bovino, l’ovicaprino e il bufalino – utilizzato anche per la produzione di formaggi che creano un valore aggiunto importante al Made in Italy agroalimentare e molte produzioni ad indicazioni geografiche di eccellenza. È infatti di 9,3 miliardi il valore al consumo dei formaggi DOP, IGP e STG italiani, di cui 2,7 miliardi destinati all’export. 

Secondo gli ultimi dati Ismea, l’Italia nel 2024 ha esportato più formaggi e latticini rispetto all’anno precedente, specialmente in Europa, portando a un aumento sia della quantità (+9,1%) che del valore delle esportazioni, cresciuto dell’8,3%.

Ancora, rileva Confagricoltura, l’Italia è il 5° produttore di latte vaccino in Europa e rappresenta il 9% del latte della UE. Il bilancio di autoapprovvigionamento del latte in Italia è in miglioramento. Attualmente, secondo i dati di CLAL, quasi il 40% (il 38,4% nel 2023) del latte consegnato in Italia è poi destinato all’export; rispetto a 13,7 milioni di tonnellate di consegne di latte vaccino, bufalino ed ovicaprino, l’Italia importa 7,5 milioni di tonnellate di prodotti lattiero caseari in equivalente latte mentre ne esporta 6,2 milioni di tonnellate. L’autoapprovvigionamento supera quindi il 90%; prima del 2020 era inferiore all’80%.

(Unioneonline/l.f.)

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