Tutte le prossime mosse del governo Merz per risollevare industria e servizi in Germania
Un passo rapido per sostenere l’industria, uno strutturale per rilanciare l’intero sistema economico: è su questo doppio binario che il governo tedesco ha avviato una delle più significative manovre economiche dell’ultimo decennio. Mercoledì, il ministro delle Finanze Lars Klingbeil ha presentato un ambizioso disegno di legge fiscale che, in parallelo, si integra con l’attuazione di un piano atteso da due mesi: il fondo straordinario da 500 miliardi di euro, istituito per modernizzare le infrastrutture e rafforzare la competitività del paese.
Il pacchetto fiscale, il cui dibattito è già iniziato giovedì 5 giugno al Bundestag, mira a dare un sollievo immediato alle imprese, mentre il fondo speciale proietta l’intervento pubblico su un orizzonte pluriennale, con un’impronta strategica di lungo periodo.
UN PACCHETTO DA 46 MILIARDI PER RILANCIARE L’INDUSTRIA
La proposta del ministro Klingbeil si articola attorno a due misure cardine, pensate per stimolare gli investimenti produttivi e alleggerire il peso fiscale sulle imprese. A partire dal 1° luglio 2025 e fino al termine del 2027, le aziende potranno usufruire di un ammortamento accelerato del 30% annuo per l’acquisto di macchinari e altri beni mobili. Questo regime temporaneo consentirà di anticipare il recupero fiscale dei costi d’investimento, incentivando così decisioni rapide e mirate, soprattutto in un contesto congiunturale ancora incerto.
Alla misura si aggiunge una graduale riduzione dell’aliquota dell’imposta sul reddito delle società, che dal 2028 scenderà di un punto percentuale l’anno fino a toccare il 10% nel 2032. Considerando anche l’imposizione comunale, il carico fiscale totale sulle imprese calerà dal 30% attuale al 25%. Due ulteriori interventi minori completano il pacchetto: l’estensione dell’ammortamento decrescente per i veicoli elettrici acquistati entro il 2027 e un ampliamento degli incentivi fiscali per la ricerca.
L’intero disegno di legge prevede uno sgravio complessivo pari a quasi 46 miliardi di euro nel periodo 2025-2029. Un’iniezione di fiducia per il tessuto produttivo tedesco, sempre più sotto pressione a causa di un regime fiscale giudicato penalizzante rispetto ai principali competitor internazionali.
UN ORIZZONTE FRAGILE: LA RIDUZIONE FISCALE POSTICIPATA
Nonostante l’enfasi posta dal ministro sulle potenzialità del pacchetto, la misura più attesa – la riduzione dell’imposta sulle società – entrerà in vigore solo a partire dal 2028. Una tempistica che solleva non poche perplessità tra le associazioni imprenditoriali, le quali avrebbero preferito un’attuazione più tempestiva. A rendere incerto il futuro della misura concorre anche il contesto politico: le prime fasi della riduzione coincideranno con la campagna elettorale per le elezioni federali del 2029, e il rischio che un eventuale cambio di governo rimetta in discussione l’attuazione completa del piano non è escluso.
Nel frattempo, le imprese dovranno fare affidamento sulla promessa di “sicurezza di pianificazione” evocata dallo stesso Klingbeil, in un paese dove la pressione fiscale resta più alta di sei punti rispetto alla media Ocse e nove punti sopra quella dell’Unione Europea. Le attese del mondo produttivo, dunque, restano alte: i primi giudizi sono cautamente positivi, la speranza è che il pacchetto non si riveli un’occasione mancata, ma rappresenti un primo passo concreto verso una strategia fiscale più favorevole alla crescita.
IL FONDO STRAORDINARIO: 500 MILIARDI PER INFRASTRUTTURE, DIGITALE E CLIMA
A fianco delle misure fiscali, il governo federale ha definito nel dettaglio il funzionamento del fondo straordinario da 500 miliardi di euro approvato oltre due mesi fa dal Bundestag. Una legge istitutiva di 14 pagine disciplina la gestione di questo patrimonio speciale, destinato ad affrontare compiti “immensi” come li definisce il documento stesso visionato dall’Handelsblatt: dalle infrastrutture fisiche alla digitalizzazione, dalla sicurezza pubblica alla transizione climatica.
Il fondo, che entrerà in vigore retroattivamente dal 1° gennaio 2025, prevede investimenti per 400 miliardi di euro a carico del governo federale e altri 100 miliardi ripartiti tra Länder e comuni, distribuiti nell’arco di dodici anni. Un’impostazione che supera i limiti precedenti imposti dal freno costituzionale all’indebitamento e che consente finalmente di pianificare interventi su scala ampia e con visione di lungo periodo.
Il ventaglio di ambiti ammissibili è ampio: dalle classiche infrastrutture di trasporto – strade, ponti, ferrovie e porti – si passa a scuole, ospedali, impianti energetici, università, asili nido, fino alla ricerca scientifica e all’innovazione tecnologica. Può essere considerato una sorta di PNRR tedesco. Particolare attenzione sarà riservata anche agli obiettivi climatici: 100 miliardi verranno destinati, attraverso dieci tranche annuali fino al 2034, al fondo per il clima e la trasformazione, in linea con l’obiettivo della neutralità climatica al 2045.
REGOLE SEVERE E BUROCRAZIA (INEVITABILE)
Nonostante le richieste di semplificazione avanzate dai Länder e da alcuni esponenti politici, l’attuazione del fondo non potrà prescindere da regole rigorose. Nel documento governativo è specificato che ogni misura finanziata dovrà essere accompagnata da un’analisi di redditività e da una valutazione ex ante dei risultati attesi, in linea con le disposizioni del regolamento di bilancio federale. I costi amministrativi resteranno a carico del governo federale, ma non è ancora chiaro quale sarà l’impatto complessivo in termini di interessi sul debito.
Inoltre, sarà fondamentale assicurare che i progetti finanziati abbiano carattere addizionale rispetto agli investimenti già previsti nei bilanci ordinari. Una condizione sollevata con forza dai Verdi durante le trattative politiche che hanno portato all’approvazione del fondo, e che trova ora riscontro nei timori di alcune associazioni di settore, in particolare nell’ambito dei trasporti.
Il governo, da parte sua, ha assicurato che i fondi saranno utilizzati esclusivamente per progetti in grado di migliorare la competitività e stimolare la crescita economica. Ma – osserva l’Handelsblatt commentando il piano – resta da vedere se la macchina amministrativa saprà essere all’altezza del compito, evitando che la complessità delle procedure rallenti o vanifichi l’efficacia dell’intervento.
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