Tutte le sfide dell’Intelligenza artificiale. Parla Pizzuto (Smi)


L’AI Act non è il nemico principale dell’Intelligenza Artificiale Made in Ue. L’ostacolo maggiore è culturale. “Spesso c’è un approccio mitologico sull’IA. Bisogna fare pace con la terminologia. L’IA che utilizziamo diffusamente oggi è quella generativa. Ma l’Intelligenza Artificiale non deve e non può limitarsi a fornire risposte. Per il nostro gruppo l’Intelligenza Artificiale è tutto quello che consente all’uomo di raggiungere più velocemente il risultato, demandando alla macchina le operazioni affinché siano svolte velocemente e in maniera più efficace. Capire come utilizzare l’IA è il passo successivo alla sua definizione corretta”, spiega Cesare Pizzuto, ceo di SMI Group, la prima realtà italiana ad essere certificata in base alla norma ISO/IEC 42001, lo standard internazionale per i sistemi di gestione dell’intelligenza artificiale, secondo lo schema ACCREDIA.

“La certificazione è una responsabilità. Tutto quello che svilupperemo dovrà seguire dei processi per ottenere un prodotto di qualità e fruibile. La componente infrastrutturale è un elemento essenziale, ma sfrutteremo questa certificazione maggiormente sulle componenti di integrazione tecnologica al fine di rendere facilmente fruibili dall’uomo le tecnologie di Intelligenza Artificiale. Per essere efficaci bisognerà implementare le infrastrutture in modo opportuno. Questo però non è l’obiettivo, ma lo strumento”, anticipa Pizzuto parlando con Start Magazine durante l’evento “Il Valore del dialogo tra generazioni nell’impresa del futuro”, in occasione dei 10 anni dell’azienda.

Quali sono i servizi più richiesti da aziende e istituzioni negli ultimi mesi? È aumentata l’attenzione per la cyber security?

La componente cyber security dal punto di vista della governance è di particolare interesse. Un trend che esiste da un po’, in questi ultimi mesi assistiamo a una domanda importante da parte del mercato.

Cosa ne pensa dell’IA Act? Cosa si può migliorare?

Se si fosse regolamentato 15 anni fa avremmo oggi un uso più corretto delle piattaforme digitali. Definire regole consente un’ottimizzazione e un uso coerente delle tecnologie. Oggi abbiamo ancora un approccio quasi mitologico sull’IA, così come su tutto quello che non conosciamo. Definire regole rende più chiaro e meno leggendario l’utilizzo di questa innovazione.

La regolamentazione quindi non è il maggiore ostacolo allo sviluppo dell’IA europea come alcuni affermano…

L’ostacolo maggiore è culturale: capire cos’è l’Ia e definire regole. Una volta superato questo ostacolo potremo comprenderne meglio le potenzialità.



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