In vista dell’avvio dei lavori sul Circular Economy Act, mercoledì 11 giugno si è tenuto a Roma il forum di Erion sui modelli circolari per la crescita. L’evento, organizzato dal più importante Sistema multi-consortile di Responsabilità estesa del produttore, ha riunito istituzioni, imprese e stakeholder del settore per discutere il ruolo strategico dell’economia circolare nel contesto normativo che sarà presto delineato dalla Commissione Europea.
Dopo il lancio del Clean Industrial Deal e del Net Zero Industry Act, il forum promosso da Erion ha rappresentato un’occasione di confronto tra attori pubblici e privati. Non solo un bilancio dell’esistente, ma anche un momento per proporre idee e soluzioni.
“La circolarità non può più essere vista soltanto come un obiettivo ambientale” – ha evidenziato Danilo Bonato, direttore sviluppo strategico e relazioni istituzionali di Erion – “va intesa come asset industriale strategico per rafforzare l’autonomia produttiva europea, creare nuova occupazione e accelerare la decarbonizzazione. Operiamo in un quadro normativo troppo frammentato e complesso, che scoraggia le imprese e ostacola la circolazione dei rifiuti da cui ricavare materie prime critiche.”
L’Italia è leader della circolarità, ma si può fare di più
I dati lo dimostrano: l’Italia è al vertice dell’economia circolare in Europa. Con un tasso di utilizzo circolare dei materiali pari al 20,8% (contro l’11,8% della media europea), supera paesi come Francia (17,6%), Germania (13,9%) e Spagna (8,5%). Dal 2010, ha guadagnato 5 posizioni nella classifica europea della circolarità, posizionandosi tra i migliori 27 paesi europei. Tuttavia, nonostante questi risultati, l’industria italiana fa fatica a trasformare questa leadership in sviluppo economico e industriale concreto.
Su questo paradosso Erion ha voluto accendere i riflettori, proponendo 5 leve strategiche da potenziare per colmare il divario.
Sviluppare una politica di filiera integrata per la gestione dei rifiuti: serve costruire un ecosistema connesso, superando l’attuale frammentazione, dove ogni attore opera in modo indipendente. È necessario adottare un modello di filiera che garantisca all’industria del riciclo un flusso costante di prodotti a fine vita e un mercato di sbocco efficiente per le materie prime ricavate.
Implementare un mercato unico dei rifiuti: è fondamentale armonizzare le normative europee per facilitare la circolazione dei rifiuti e dei materiali riciclati tra i paesi europei, ridurre i costi e sviluppare una filiera competitiva a livello sovranazionale. Inoltre, bisogna migliorare la normativa sull’end of waste, ampliandone l’ambito e rendendone l’applicazione omogenea tra gli Stati membri.
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