come coltivare il riso con il digitale


La risicoltura sostenibile rappresenta oggi uno snodo strategico nell’evoluzione del sistema agroalimentare che vede le sfide ambientali, economiche e sociali convergere con le opportunità offerte dalla transizione digitale. Non si tratta semplicemente di “coltivare meglio”, riducendo l’impatto ambientale, ma di ripensare l’intero ecosistema produttivo in ottica di sostenibilità.

In questo contesto, le tecnologie digitali — dai sistemi di monitoraggio satellitare alla sensoristica IoT, fino all’intelligenza artificiale applicata all’agroalimentare — diventano strumenti chiave per ottimizzare l’impiego delle risorse (acqua, suolo, fertilizzanti), ridurre le emissioni e valorizzare trasparenza e tracciabilità lungo la filiera. Ma soprattutto, trasformano i dati agricoli in asset strategici per le imprese.

Questo approccio si inserisce in modo naturale nel framework dei criteri ESG (Environmental, Social, Governance), oggi fondamentali per definire il reale impatto in termini di sostenibilità di una impresa o di una organizzazione.

Le metriche ambientali (carbon footprint, uso efficiente delle risorse, biodiversità), quelle sociali (condizioni di lavoro, inclusione, relazioni di filiera) e quelle di governance (trasparenza, compliance, gestione del rischio) possono oggi essere misurate, certificate e valorizzate grazie all’infrastruttura digitale.

In quest’ottica, la risicoltura sostenibile diventa un terreno fertile non solo per produrre riso, ma per coltivare resilienza, reputazione e valore a lungo termine, allineando performance operative, esigenze del mercato e obiettivi globali di sostenibilità.

Cos’è la risicoltura sostenibile

Risicoltura sostenibile: cosa implica

La risicoltura sostenibile identifica un approccio all’agricoltura che mira a produrre riso in modo efficiente, riducendo al minimo l’impatto ambientale, tutelando le risorse naturali e garantendo un’equa remunerazione agli agricoltori. Non si tratta solo di coltivare riso “inquinando meno”, ma di rivedere in profondità il modo in cui si gestisce la filiera, introducendo tecnologie, pratiche agronomiche avanzate e nuovi modelli organizzativi.

Le tecniche sostenibili in risicoltura includono, tra le altre:

  • la riduzione dell’uso di fertilizzanti e pesticidi,
  • il monitoraggio delle risorse idriche,
  • la coltivazione di varietà resistenti alle malattie,
  • l’impiego di strumenti digitali di supporto decisionale.

Perché adottare la risicoltura sostenibile

L’agricoltura, e in particolare la risicoltura, è oggi messa sotto pressione da molteplici fattori: cambiamenti climatici, scarsità d’acqua, inquinamento delle acque, perdita di biodiversità, volatilità dei prezzi. Inoltre, il riso è una delle colture a maggior impatto in termini di emissioni di metano, a causa della sommersione prolungata dei campi.

In questo contesto, adottare un modello di risicoltura sostenibile significa contribuire attivamente:

  • alla lotta contro il cambiamento climatico,
  • alla salvaguardia degli ecosistemi agricoli e acquatici,
  • al rafforzamento della resilienza economica degli agricoltori.

È dunque una risposta necessaria per conciliare la sicurezza alimentare con la salvaguardia dell’ambiente, e per rendere la produzione di riso competitiva anche nel medio-lungo periodo.

Un tassello chiave dell’agricoltura sostenibile

La risicoltura sostenibile rappresenta un asse strategico all’interno dell’agricoltura sostenibile, non solo per il suo peso ambientale, ma per il suo ruolo sistemico lungo le filiere agroalimentari. Il riso, coltura ad alta intensità idrica e spesso localizzata in ecosistemi fragili, è tra le produzioni agricole più sensibili agli effetti del cambiamento climatico e più esposte alla sfida della gestione efficiente delle risorse. Agire sulla sostenibilità di questo comparto significa quindi intervenire su una leva ad alto potenziale trasformativo, capace di generare benefici concreti su tre fronti: ambientale, economico e sociale. In quest’ottica, la risicoltura sostenibile non è semplicemente una declinazione settoriale, ma un modello avanzato per sperimentare e scalare pratiche di agricoltura rigenerativa, digitalmente integrate e coerenti con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e con le aspettative sempre più esigenti di mercato e stakeholder.

Risicoltura sostenibile: cosa centra con l’ESG

La risicoltura sostenibile rappresenta un elemento chiave per posizionarsi nel panorama ESG (Environmental, Social, Governance) delle filiere agroalimentari. Integrare pratiche sostenibili nella coltivazione del riso non solo tutela l’ambiente, ma rafforza anche la responsabilità sociale e la governance delle imprese coinvolte.

Impatto ambientale: riduzione delle emissioni e gestione delle risorse

L’adozione di tecniche sostenibili in risicoltura permette di minimizzare l’uso di fitofarmaci e fertilizzanti, ottimizzare l’irrigazione e monitorare le emissioni di gas serra come il metano. Questi miglioramenti sotto il profilo ambientale sono fondamentali per rispettare i criteri che ricadono nella componente “E” di “Environmental” e per contribuire alla lotta contro il climate change.

Responsabilità sociale: supporto agli agricoltori e comunità locali

La risicoltura sostenibile promuove condizioni di lavoro più sicure e trasparenti, offrendo agli agricoltori strumenti digitali e formazione continua. Questo rafforza il tessuto sociale delle comunità rurali e migliora la qualità della vita degli operatori della filiera.

Governance trasparente e tracciabilità digitale

L’integrazione di sistemi digitali consente una governance più efficace, garantendo la tracciabilità completa del prodotto e una rendicontazione ESG affidabile. Le aziende possono così rispondere con maggiore efficacia alle richieste di investitori, regolatori e consumatori sempre più attenti alla sostenibilità.

La risicoltura sostenibile passa dai dati

Nel contesto della transizione ecologica, l’innovazione tecnologica è il motore che consente alla risicoltura di evolvere da un modello tradizionale a uno sostenibile e misurabile. L’introduzione di soluzioni digitali in campo – come sensori ambientali, sistemi di supporto alle decisioni (DSS), piattaforme di gestione agronomica e modelli predittivi – rappresenta una vera rivoluzione per il settore.

Grazie alla raccolta e analisi continua dei dati, gli agricoltori possono:

  • monitorare in tempo reale l’umidità del suolo, la temperatura, la bagnatura fogliare e altri parametri agronomici;
  • prevedere l’insorgere di patologie come il brusone, riducendo l’uso preventivo e non mirato di fitofarmaci;
  • ottimizzare le risorse idriche e gestire con maggiore efficienza la sommersione, responsabile di gran parte delle emissioni di metano nella coltivazione del riso;
  • documentare e migliorare le performance ambientali della propria azienda agricola.

Questo approccio data-driven consente alle aziende agricole di inserire concretamente i criteri ESG nelle loro pratiche quotidiane. In particolare:

  • Sul piano ambientale i dati permettono di misurare con precisione l’impatto delle attività agricole su aria, acqua e suolo, facilitando strategie di riduzione e miglioramento continuo.
  • Sul versante sociale, le piattaforme digitali diventano strumenti di inclusione, formazione e empowerment per gli agricoltori, che possono accedere a conoscenze prima riservate a tecnici o grandi aziende.
  • In termini di governance, la digitalizzazione abilita la tracciabilità completa delle attività, aumentando la trasparenza verso stakeholder, certificatori e consumatori finali.

In un momento storico in cui la sostenibilità non è solo un valore, ma una condizione per la competitività, la risicoltura digitale rappresenta il punto di incontro tra innovazione, responsabilità e redditività. Rende la sostenibilità un obiettivo non più astratto, ma concreto, misurabile e scalabile lungo tutta la filiera.

Risicoltura sostenibile: il ruolo del digitale

La risicoltura sostenibile trova nella agricoltura 4.0 un alleato fondamentale monitorare, analizzare e ottimizzare ogni aspetto della produzione, in tempo reale e con dati oggettivi.

Strumenti come sensori IoT, sistemi di supporto decisionale (DSS), droni, modelli climatici predittivi e piattaforme gestionali permettono di ottimizzare ciascuna fase del ciclo colturale del riso: dalla semina all’irrigazione, dalla difesa fitosanitaria fino alla raccolta e post-raccolta.

Questo approccio consente una gestione più precisa e puntuale delle risorse, riducendo gli sprechi e minimizzando l’uso di input chimici. L’agricoltura 4.0, inoltre, rende visibili e misurabili gli impatti ambientali e sociali della produzione, contribuendo in modo decisivo al raggiungimento degli obiettivi ESG.


Monitoraggio avanzato con sensori e IoT

Nel cuore dell’agricoltura 4.0 ci sono i dispositivi IoT (Internet of Things): stazioni meteo, sensori di umidità, di temperatura del suolo, di bagnatura fogliare e di livello dell’acqua. Questi strumenti, installati nei campi, raccolgono dati ambientali fondamentali per prendere decisioni agronomiche più informate, ad esempio sull’irrigazione, sulla concimazione o sulla difesa dalle malattie.

Nella risicoltura, il monitoraggio puntuale è particolarmente cruciale per gestire al meglio la sommersione controllata, una pratica tipica che, se mal gestita, può comportare elevate emissioni di metano e sprechi idrici.

Sistemi di supporto alle decisioni (DSS)

I Decision Support System (DSS) sono strumenti digitali che elaborano i dati raccolti sul campo combinandoli con modelli previsionali, algoritmi agronomici e informazioni storiche. In risicoltura, questi sistemi possono prevedere con anticipo il rischio di comparsa del brusone, una delle malattie più dannose per il riso, permettendo interventi tempestivi e mirati solo quando realmente necessari.

L’esempio del progetto Gallo4Farmers, sviluppato da Riso Gallo e xFarm Technologies, dimostra come un DSS su misura possa concretamente migliorare la protezione delle colture, riducendo al tempo stesso l’impatto ambientale e l’uso di fitofarmaci.

Tracciabilità, trasparenza e governance dei dati

Un altro pilastro dell’agricoltura 4.0 è la tracciabilità digitale: ogni attività in campo – dalla semina alla raccolta – viene registrata su piattaforme digitali, rendendo trasparente l’intero ciclo produttivo. Questi dati possono essere condivisi con enti certificatori, partner di filiera e investitori, diventando una base solida per valutazioni ESG, accesso a fondi pubblici o programmi di sostenibilità.

Nel caso della risicoltura, la tracciabilità consente anche di calcolare in modo preciso le emissioni legate alla coltivazione del riso, compreso il metano derivante dalla sommersione, e di adottare tecniche di mitigazione mirate.

Automazione e intelligenza artificiale in campo

L’agricoltura 4.0 non si ferma al monitoraggio: con l’integrazione di intelligenza artificiale e automazione, è possibile gestire in modo semi-autonomo la distribuzione dell’acqua, la concimazione e le pratiche di diserbo meccanico, riducendo il margine di errore umano. Le tecnologie di visione artificiale, ad esempio, possono rilevare lo stato sanitario delle colture o la presenza di infestanti in tempo reale, aumentando l’efficienza degli interventi.

Riso Gallo e xFarm Technologies insieme per una risicoltura sostenibile

Un esempio concreto e virtuoso di risicoltura sostenibile basata su tecnologie digitali arriva dalla collaborazione tra Riso Gallo – tra le più grandi riserie d’Europa e tra le più antiche industrie risiere italiane – e xFarm Technologies – tech company specializzata in progetti di digitalizzazione e sostenibilità delle filiere agroalimentari – che a un anno dal lancio delle prime soluzioni sviluppate ad hoc per la filiera del riso, confermano il raggiungimento di due importanti risultati: più precisione nella difesa dalle malattie e nel calcolo degli impatti ambientali.

Il progetto rientra nella più ampia strategia di Riso Gallo per una risicoltura sempre più digitale, trasparente e sostenibile, attraverso un supporto concreto agli agricoltori della filiera. L’obiettivo è chiaro: un’agricoltura più responsabile, in grado di coniugare efficienza e rispetto per le risorse.

Una piattaforma digitale per la filiera del riso

Al centro di tutto, lo sviluppo della piattaforma Gallo4Farmers che, appositamente studiata e sviluppata su misura per tutte le aziende appartenenti alla filiera “Il Riso che Sostiene” di Riso Gallo, integra un DSS (Decision Support System) dedicato alla risicoltura, e di funzioni per il calcolo degli impatti ambientali.

Progettato per supportare la difesa dal brusone – la malattia più temuta nella coltivazione del riso – il DSS si conferma uno strumento concreto ed efficace che consente agli agricoltori di visualizzare i livelli di rischio e pianificare interventi fitosanitari solo quando strettamente necessari, evitando trattamenti inutili.

Matteo Vanotti, CEO di xFarm Technologies, afferma

Da risicoltore, conosco in prima persona le difficoltà che ci si trova a fronteggiare, e il brusone costituisce forse una delle principali minacce, in grado, in annate particolarmente sfavorevoli, di portare a perdite produttive anche del 50%. Gli strumenti digitali, come i DSS, permettono di proteggere i campi più efficacemente, adottando al contempo un approccio più sostenibile, in quanto permettono di intervenire solo se e quando necessario

Dati e impatti ambientali sotto controllo

Nel corso del 2024 sono stati installati 44 sensori (stazioni meteo professionali per il monitoraggio ambientale e sensori di bagnatura fogliare) in due campi sperimentali, garantendo il monitoraggio costante di 21 varietà di riso. Le osservazioni settimanali hanno permesso di valutare la risposta varietale al brusone, sia su foglie che su pannocchie, integrando nel modello un fattore chiave per l’efficacia delle previsioni.

I risultati sono stati molto positivi: il DSS è oggi visibile direttamente in app e utilizzabile in tempo reale dagli agricoltori della filiera, che possono visualizzare in ogni momento i livelli di rischio e protezione delle colture.

Parallelamente allo sviluppo del DSS, è stato inoltre avviato un lavoro sul calcolo degli impatti ambientali specifici della coltivazione del riso. Nel 2024 è stato completato il calcolo delle emissioni di metano dovute alla sommersione, oltre che dell’intero ciclo di attività in campo e della successiva essiccazione del risone.

Consolidare e migliorare: i nuovi obiettivi 2025

Il progetto prevede per la stagione 2025 la replica del protocollo sperimentale, mantenendo le stesse varietà e località, al fine di calibrare ulteriormente il modello. L’obiettivo è chiaro: superare le performance già raggiunte, migliorando ulteriormente la precisione e la sostenibilità degli interventi.

Nel 2025 è in corso, inoltre, l’implementazione in piattaforma della raccolta dati per estendere questo indicatore di sostenibilità alle aziende agricole della filiera in modo scalabile e automatico.

Ad oggi sono 26 le aziende agricole coinvolte nel progetto, con l’obiettivo di raggiungere quota 60 nel 2025. Sono già stati realizzati due incontri tecnici per condividere i dati raccolti e i risultati ottenuti. Proseguono anche le sessioni formative sull’utilizzo dell’app Gallo4Farmers, che permette agli agricoltori di accedere ai moduli digitali sviluppati in collaborazione con xFarm Technologies.

Riccardo Preve, Consigliere Delegato di Riso Gallo, dichiara:

Questi importanti risultati rappresentano per noi la conferma del valore di una collaborazione strategica con una realtà come xFarm Technologies, con cui condividiamo valori e obiettivi comuni. Questa iniziativa si inserisce nel percorso più ampio di Riso Gallo volto a promuovere un approccio alla sostenibilità sempre più concreto. Significa supportare attivamente gli agricoltori, mettendo a loro disposizione strumenti che permettano uno sviluppo del loro business responsabile, efficace ed efficiente. L’efficacia del dispositivo dopo il primo anno è un segnale chiaro: stiamo costruendo un modello replicabile e d’impatto reale.

I vantaggi della risicoltura sostenibile

La transizione verso una risicoltura sostenibile non è solo una questione di respoAdottare pratiche di risicoltura sostenibile non è solo una risposta alle pressioni ambientali e normative, ma un’opportunità concreta per generare valore lungo tutta la filiera. L’integrazione tra tecniche agronomiche evolute e strumenti digitali consente infatti di aumentare la produttività in modo responsabile, ridurre i rischi operativi e rafforzare la posizione competitiva delle imprese. I benefici si estendono su più livelli — ambientale, economico, sociale — e contribuiscono in modo diretto al raggiungimento degli obiettivi ESG e di sviluppo sostenibile.

Riduzione dell’impatto ambientale

La risicoltura sostenibile permette di contenere in modo significativo le emissioni di gas serra, in particolare metano, attraverso tecniche come la sommersione alternata e la gestione di precisione dell’acqua. L’uso razionale di fertilizzanti e fitofarmaci, supportato da tecnologie digitali, riduce l’inquinamento del suolo e delle acque, tutelando la biodiversità degli ecosistemi agricoli e delle zone umide.

Maggiore efficienza e competitività

Le soluzioni digitali applicate alla risicoltura — sensori, droni, intelligenza artificiale, piattaforme di tracciabilità — permettono di ottimizzare le risorse, contenere i costi e migliorare la qualità del prodotto. Questo si traduce in una maggiore efficienza operativa e in un vantaggio competitivo concreto sui mercati che premiano sostenibilità, trasparenza e innovazione.

Resilienza climatica e gestione del rischio

Un sistema risicolo sostenibile è più adattabile agli eventi estremi (siccità, alluvioni, sbalzi termici), grazie a pratiche agronomiche resilienti e a un monitoraggio costante dei parametri ambientali. Ciò consente di ridurre l’esposizione ai rischi climatici e di garantire una continuità produttiva più stabile nel tempo.

Valore sociale e territoriale

La risicoltura sostenibile contribuisce alla coesione sociale delle aree rurali, valorizza il lavoro agricolo e preserva il patrimonio culturale legato alla coltivazione del riso. È una leva di sviluppo locale che rafforza le filiere corte, stimola l’innovazione nei territori e promuove modelli di produzione più equi e inclusivi.



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