“Abbiamo fatto le opportune verifiche e avuto conferma del fatto che non è possibile sostenere una candidatura multipla”: a specificarlo è il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini per la corsa a Capitale Italiana della Cultura 2028. Una idea di candidarsi, infatti, viene ventilata anche dalla vicina Cesena, tuttavia il rischio è che nasca un derby Forlì-Cesena che alla fine porti a ripiegare su un altro territorio.
Per Zattini “l’abbinamento Bergamo-Brescia è stata un’eccezione, una candidatura nata in via straordinaria dopo la tragedia della pandemia e in deroga rispetto alle normali procedure. Alla luce di queste considerazioni, ritengo non congeniale promuovere più candidature espressione del nostro territorio. La nostra decisione di candidare Forlì a Capitale Italiana della Cultura 2028 – aggiunge il sindaco – viene da lontano ed è già stata oggetto di interlocuzione con il ministro Giuli. Nei prossimi mesi, porteremo all’attenzione di tutti i Comuni del territorio un percorso che li coinvolga e li valorizzi, arricchendo la candidatura”. Tuttavia, giovedì, è previsto in Consiglio comunale a Cesena, un voto su una mozione per approvare la partecipazione della città alla procedura di selezione.
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L’assessora regionale alla Cultura, Gessica Allegni spiega che “la Regione farà la propria parte per sostenere la candidatura che emergerà dal territorio a capitale italiana della Cultura 2028. È evidente che l’ipotesi di candidature condivise da parte di città limitrofe, e Forlì e Cesena sono co-capoluoghi di provincia, assume un particolare interesse per la possibilità di costruire una proposta unitaria, che vada a beneficio di tutto il territorio. Valuteremo il bando che uscirà nei prossimi mesi, ne vedremo i contenuti e quali tipologie di candidature verranno ammesse. Nel frattempo cercheremo un’interlocuzione col Governo, per portare avanti una proposta unitaria, per la quale è prima di tutto importante che entrambe le città, insieme a noi, ci credano”.
Nei giorni scorsi Allegni aveva espresso il sostegno della Regione alla proposta di Forlì, nel corso di un incontro con il vicesindaco con delega alla cultura, Vincenzo Bongiorno. “Come nel caso della straordinarietà della doppia candidatura Bergamo-Brescia durante il Covid, parliamo di due città fortemente colpite da una tragedia, quella dell’alluvione del 2023 – aggiunge Allegni -. Ripartire nel segno della cultura sarebbe un segnale importante, per l’intera Emilia-Romagna”.
Non condividono l’impostazione di Zattini i tre consiglieri Pd in Regione, Valentina Ancarani e Daniele Valbonesi del Forlivese e Francesca Lucchi del Cesenate: “La candidatura di Forlì e Cesena, e in generale della Provincia, rappresenta una grande occasione per valorizzare il patrimonio delle nostre comunità, dalle città più grandi ai borghi più piccoli, rafforzando il legame tra istituzioni, associazioni e cittadini. L’iniziativa permetterà di promuovere il nostro territorio su scala nazionale e internazionale, attirando investimenti, turismo e nuove opportunità di sviluppo”.
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“Il riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura non è solo un titolo, ma una leva per costruire progetti concreti e duraturi, capaci di generare un impatto positivo sul lungo periodo – aggiungono i consiglieri-. Si tratta di un investimento sul futuro delle nostre città, sulla loro capacità di attrarre talenti e creatività e sulla volontà di rendere la cultura un motore di crescita per tutti”. I tre consiglieri regionali infine spiegano che faranno la loro parte per sostenere e promuovere la candidatura. “Questa candidatura deve essere il risultato di un percorso partecipato e condiviso, che coinvolga istituzioni, imprese, associazioni e cittadini in un grande progetto collettivo. Solo unendo le forze potremo dare vita a una proposta solida e competitiva”.
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