focus su PNRR e appalti pubblici


Martedì 13 maggio alle ore 10.15, nell’Aula Magna “V. Li Donni” dell’Edificio 13 del Campus Universitario di Viale delle Scienze, il convegno dal titolo “PNRR e infiltrazioni mafiose. Strumenti di prevenzione e di contrasto”, organizzato dal Dipartimento SEAS – Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche dell’Università degli Studi di Palermo.

L’iniziativa, di grande attualità e rilevanza nazionale, nasce con l’obiettivo di accendere i riflettori sul rischio concreto di infiltrazioni criminali nei progetti e negli appalti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, uno dei più imponenti programmi di investimento pubblico della storia recente in Italia.

«Durante la giornata – spiega il professor Marcantonio Ruisi, direttore del Dipartimento SEAS e delegato del Rettore ai Rapporti con le imprese – sarà affrontato il tema del pericolo di infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici finanziati con le risorse del PNRR, mediante l’analisi degli strumenti di prevenzione, tecnologici e organizzativi, di cui si è dotato il Comune di Palermo e delle attività mirate di repressione legale adottate dalla Magistratura e dalle Forze dell’Ordine.»

Il convegno si propone come momento di confronto tra mondo accademico, istituzioni pubbliche e apparati di controllo, evidenziando come il PNRR rappresenti da un lato una straordinaria opportunità di sviluppo, ma anche un terreno fertile per possibili distorsioni criminali, se non adeguatamente monitorato.

Nel corso della mattinata si discuterà delle strategie di monitoraggio, della digitalizzazione dei processi, dell’importanza della trasparenza e della cooperazione interistituzionale come strumenti chiave per proteggere i fondi pubblici e assicurare che le risorse europee producano benefici reali per la collettività, senza essere intercettate da interessi mafiosi.

Un evento che riafferma il ruolo centrale dell’università nella formazione della coscienza civile e nel dibattito pubblico sui temi della legalità e dello sviluppo sostenibile, in una città come Palermo che conosce da vicino la complessità del fenomeno mafioso, ma che da anni lavora per affermare una cultura di trasparenza e giustizia.





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