Come cambia l’ordine internazionale con Trump, Attanasio: «Cambiamento epocale, “Nessun dorma”»


Si è tenuto oggi alla Camera di Commercio di Genova l’appuntamento organizzato in collaborazione con l’Istituto di Economia Internazionale, dal titolo “Come cambia l’ordine internazionale con Trump? L’avvento del nuovo presidente Usa tra guerre e dazi: un’analisi dell’impatto sull’internazionalizzazione delle imprese”.

L’incontro ha segnato un momento di riflessione al termine dei primi cento giorni del secondo mandato presidenziale di Donald Trump, un periodo che ha già lasciato un’impronta profonda sullo scenario geopolitico globale, in Medio Oriente, Europa e Asia. Dalla firma degli “Accordi di Abramo” alla crescente tensione con l’Iran, fino al complicato rapporto con l’Europa e le nuove politiche commerciali, il mondo degli affari si trova a fare i conti con un contesto più incerto e frammentato. Un contesto in cui le alleanze si ridisegnano e le imprese devono trasformare l’incertezza in strategia per navigare nei mercati internazionali.

L’evento, aperto dal presidente della Camera di Commercio Luigi Attanasio, ha riunito alcune tra le voci più autorevoli del panorama nazionale e internazionale. Secondo Franco Bruni, presidente dell’Istituto di Studi di Politica Internazionale (Ispi) e professore emerito dell’Università Bocconi di Milano, l’effetto più dirompente dell’amministrazione Trump non è quello sui dazi, che si sta progressivamente ridimensionando, bensì l’attacco sferrato alla democrazia americana, che spera possa resistere grazie ai suoi contrappesi.

Paolo Guerrieri Paleotti, professore alla Paris School of International Affairs di Sciences Po Parigi, ha analizzato l’impatto sulle economie europee, mentre Mark William Lowe, managing director di Monact Risk Assessment Services, ha portato la propria testimonianza di imprenditore sui mercati internazionali. Andrea Ruggeri, professore dell’Università degli Studi di Milano, ha osservato come il numero dei conflitti internazionali non sia mai stato così alto dal 1946 e disegnato i possibili scenari di evoluzione delle relazioni internazionali. Secondo l’Ambasciatore Stefano Stefanini, esperto di relazioni transatlantiche, il viaggio nel Golfo di Trump dice molto sul suo nuovo modo di fare politica estera, mettendo al primo posto gli affari e in subordine le relazioni strategiche con i Paesi vicini (Canada e Messico), Israele e l’Europa, di fatto lasciati alla finestra.

Il presidente Luigi Attanasio commenta: «Faccio mio l’appello di oggi del presidente della Repubblica: ‘Nessun dorma’, da troppo tempo l’opinione pubblica italiana non è cosciente di quanto sta avvenendo, mentre dovremmo assumere una posizione adeguata al cambiamento epocale che sta avvenendo sulla scena internazionale. Per quanto riguarda i dazi, al termine delle trattative fra Usa e Europa, che speriamo abbiano un esito meno impattante di quanto temevamo all’inizio,  le nostre imprese si troveranno comunque a dover rivedere contratti, termini di resa e pagamenti con i clienti Usa. Niente sarà più come prima».

A moderare l’incontro è stato Giovanni Battista Pittaluga, direttore scientifico della rivista Economia Internazionale/International Economics, che dice: «Il nuovo ordine internazionale nato da Bretton Woods nel 1944 e le stesse istituzioni create allora oggi sono in discussione, e il nostro compito di economisti è quello di capire quale potrà essere il nuovo assetto.  Oggi più che mai economia e politica si intrecciano e mutano gli scenari in cui devono operare le imprese».



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