consumo responsabile e modelli produttivi. La diretta


Si svolge oggi a Bologna, in Emilia-Romagna “Distretti e filiere sostenibili e resilienti per lo sviluppo dell’Italia” nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile. L’evento è dedicato ad approfondire il ruolo dei modelli produttivi e del consumo responsabile per assicurare la competitività e la resilienza delle filiere industriali e agroalimentari, così da cogliere le opportunità della transizione ecologica e ridurre i rischi dei cambiamenti climatici. A partire dal contesto della Regione Emilia-Romagna, recentemente colpita da gravi alluvioni, verranno analizzati i fattori che consentono di coniugare sviluppo economico, riduzione delle disuguaglianze e tutela dell’ambiente, come indicato dall’Agenda 2030 e previsto dalle politiche europee.

In tale contesto verranno valutate le implicazioni della Direttiva dell’Unione europea sulla Corporate Sustainability Due Diligence sulle diverse filiere produttive alla luce delle buone pratiche di economia circolare, di attitudine all’innovazione, di coesione sociale che caratterizzano parti significative del sistema produttivo italiano. Nel corso dell’incontro verranno anche valutate proposte per massimizzare le sinergie tra politiche pubbliche, associazioni imprenditoriali e organizzazioni della società civile e migliorare il modo in cui la società italiana può contribuire a facilitare e alimentare il funzionamento di filiere innovative orientate all’economia circolare, come ad esempio il meccanismo del deposito cauzionale per i contenitori per bevande, sul quale sarà presentato un documento di approfondimento nel corso dell’evento. 

Al termine dell’evento si svolgerà il workshop “Cambiare dentro per cambiare il fuori”. Il workshop, facilitato dalla Italian IDG Hubs Collaboration e basato sul linguaggio del Framework IDG (https://innerdevelopmentgoals.it/), offrirà ai partecipanti l’opportunità di riflettere, individualmente e insieme, sui “costi” — tangibili e intangibili, visibili e invisibili — che derivano dal non prestare sufficiente attenzione alla necessità di accompagnare le trasformazioni del contesto esterno, come quelle richieste dall’Agenda 2030, con un’adeguata trasformazione culturale e interiore delle persone protagoniste del cambiamento, a tutti i livelli. 



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