Imprese: Cna Sicilia, oneri di istruttoria ambientale insostenibili, rischio per il settore cave e lapidei


Palermo, 20 maggio 2025 – “Con la Legge Regionale n. 1 del 2025, la Regione Siciliana ha aggiornato le tariffe degli oneri di istruttoria, portandole a livelli 5-10 volte superiori rispetto alla media nazionale. Un aumento ingiustificato, che non trova corrispondenza con la reale portata economica delle attività istruttorie e che rischia di soffocare le piccole e medie imprese del territorio”. Lo hanno detto Maurizio Merlino e Alberto Santoro, della Cna Sicilia, a margine dell’audizione presso la III Commissione Attività Produttive dell’Assemblea Regionale Siciliana, dedicata all’aumento degli oneri di istruttoria per i procedimenti amministrativi relativi alle autorizzazioni ambientali nel settore cave e lapidei.

“Non esiste alcun rapporto tra il costo effettivo dell’istruttoria e gli oneri imposti”, hanno dichiarato Maurizio Merlino e Alberto Santoro, della CNA Sicilia. “Stiamo parlando di cifre che, in altre regioni, sono decine di volte inferiori. Questo squilibrio penalizza gravemente la competitività delle nostre aziende, già alle prese con costi energetici e burocratici elevati.”

Durante l’audizione, Alfio Grassi, rappresentante del Consorzio Pietra Lavica dell’Etna, ha illustrato uno studio dettagliato che confronta gli oneri siciliani con quelli applicati in altre regioni italiane.

“Simulando il calcolo di oneri di istruttoria di una cava di dimensioni medie – ha spiegato Grassi – ne deriva che, in Sicilia, un proponente che attiva la procedura di verifica di assoggettabilità andrà a sostenere circa 8.000 – 10.000 euro di spese di istruttoria, mentre in Campania, per il medesimo progetto, basteranno solo 2.500,00 euro”.

“Inoltre – ha aggiunto – un proponente della Regione Sicilia dovrà sostenere un’ulteriore spesa di 12.000,00 euro per le istanze di verifica di ottemperanza che dovrà attivare a seguito delle immancabili condizioni ambientali ante operam, in corso d’opera e post operam che vengono inserite nei provvedimenti di verifica di assoggettabilità, mentre un proponente che presenta istanza di verifica di ottemperanza in Campania è esente da qualsiasi onere aggiuntivo”.

“La Sicilia si conferma un’isola a parte, ma non in senso positivo”, hanno concluso Merlino e Santoro. “Mentre altre regioni agevolano le imprese, qui le strozziamo con costi insostenibili. Se non si interviene, rischiamo di perdere investimenti e posti di lavoro”.



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