Dal Brescia al Taranto, le truffe sui crediti d’imposta fasulli inquinano il calcio italiano


La posizione della Figc

Di fronte a queste operazioni di “factoring fiscale”, attraverso le quali club a corto di liquidità hanno acquisito crediti d’imposta pagandoli con sconti anche del 20/25% per far fronte alle scadenze tributarie e previdenziali, la Figc ritiene di aver agito correttamente chiedendo – senza “pesare” i nomi delle piazze coinvolte – come da prassi attraverso la Covisoc, l’organo di controllo contabile interno, all’agenzia delle Entrate di verificarne la correttezza.

D’altro canto, per quanto controlli e indagini da parte della Guardia di Finanza e dell’agenzia delle Entrate sull’emissione e cessione di crediti d’imposta fittizi, ottenuti cioè senza la reale esecuzione dei lavori edilizi richiesti per accedere all’agevolazione del 110%, ovvero sui inesistenti crediti Iva, si stiano moltiplicando negli ultimi tempi, si tratta di sistemi di compensazione che la Federcalcio non può vietare essendo contemplato dalle leggi dello Stato e praticato in molti ambiti territoriali. Spetterà, perciò, alla giustizia sportiva (la prima udienza della Procura federale sul caso Brescia è fissata per il 22 maggio) e a quella penale stabilire chi è stato truffato e chi ha tentato di truffare. Una decisione che si annucia non complessa ed in ogni caso con tempi difficilmente compatibili con le tempistiche dei campionati di calcio.

Serie B nel caos

L’agenzia delle Entrate sollecitata a fine febbraio della Covisoc solo il 9 maggio avrebbe comunicato l’esito alla Figc, ritenendo falsi i crediti di imposta portati in compensazione dal Brescia. L’accusa conseguente della Procura Figc, che ha chiuso le indagini domenica scorsa, è quella di non aver provveduto al regolare pagamento di Irpef e Inps dei tesserati (mentre gli stipendi sono stati versati regolarmente) nelle scadenze di febbraio e aprile.

Il Brescia rischia così 2 punti di penalizzazione per l’Irpef e 2 per l’Inps. Quindi 4 punti da scontare in questa stagione subito per la scadenza di febbraio e altri 4 per la prossima. Il Brescia potrebbe anche tentare di patteggiare dimezzando la penalità, soluzione tutt’altro che scontata però.

Giovedì 22 maggio, intanto, il Tribunale federale valuterà le accuse della Procura e sarà fissata la data per l’udienza di primo grado, tra la fine di maggio e inizio giugno.Con il -4 il Brescia, salvo alla fine del campionato, si ritroverebbe terzultimo e retrocesso in Serie C, il Frosinone si salverebbe, la Salernitana e la Sampdoria, oggi in C, si giocherebbe lo spareggio. La data sarà fissata almeno dopo la sentenza di primo grado, con il rischio di giocare e a metà giugno. Il Brescia potrebbe proseguire la sua battaglia legale e qualora avesse ragione potrebbe “ritornare” in una B a quel punto allargata a 21 o 22.



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