Mentre l’Italia si prepara ad accelerare sulla transizione energetica grazie ai fondi del PNRR, una decisione passata sotto silenzio sta generando forti perplessità: 136 Comuni italiani con più di 50.000 abitanti sono stati esclusi dal nuovo decreto CACER e, di conseguenza, non potranno accedere ai contributi a fondo perduto previsti per la realizzazione di impianti fotovoltaici.
Il provvedimento prevede infatti un fondo perduto pari al 40% delle spese sostenute per la realizzazione di nuovi impianti, ma solo per i Comuni con popolazione fino a 50.000 abitanti. Il contributo sarà erogato a fine lavori, tramite bonifico, previa presentazione della dichiarazione di conformità (Di.Co.).
⏳ Tempistiche rigide e finestre operative strette
Il tempo a disposizione è limitato: i lavori dovranno essere conclusi entro il 30 giugno 2026. Tuttavia, c’è un ulteriore vincolo: la registrazione dell’impianto presso il GSE dovrà avvenire prima, entro una scadenza non ancora ufficializzata, ma che sarà sicuramente anticipata rispetto alla fine lavori.
Ciò impone agli enti locali una pianificazione estremamente attenta e tempestiva, con una gestione coordinata degli aspetti tecnici, burocratici e amministrativi.
🔍 I cittadini hanno il diritto di sapere
Si tratta di fondi pubblici destinati a favorire l’adozione di energie rinnovabili nei territori. Per questo è fondamentale che i cittadini siano consapevoli di come e da chi verranno gestite queste risorse.
La partecipazione informata è il primo strumento di controllo civico. Chiedere trasparenza su bandi, incarichi e modalità di realizzazione non è solo legittimo, ma necessario.
⚠️ No a soluzioni improvvisate: servono competenze vere
In questa fase, i Comuni dovrebbero fare molta attenzione a non affidarsi a operatori improvvisati o spinti solo da logiche commerciali, che propongono soluzioni standardizzate senza una reale conoscenza del contesto.
Servono invece società di consulenza specializzate, che accompagnino gli enti pubblici in ogni fase: progettazione tecnica, redazione documentale, pratiche GSE, cronoprogramma, collaudi.
Chi si limita a “vendere impianti” senza comprendere la complessità normativa e operativa di un intervento PNRR, rischia di mettere in pericolo l’intero progetto e far perdere ai territori un’opportunità concreta di sviluppo sostenibile.
📣 Un’occasione da cogliere (bene)
I fondi PNRR rappresentano una delle più grandi occasioni per modernizzare le infrastrutture energetiche italiane. Ma perché si traducano in benefici reali per le comunità, serve rigore, competenza e visione.
La consapevolezza dei cittadini e la responsabilità degli enti locali sono le due leve su cui costruire un futuro energetico più giusto, efficiente e trasparente.
Buona Energia!
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