focus sulle piccole imprese • L’AGENDA NEWS


ROMA  L’Italia si prepara a un importante appuntamento con la democrazia diretta: il referendum abrogativo fissato per l’8 e il 9 giugno 2025. L’appuntamento con le urne vedrà i cittadini italiani esprimersi anche su un tema di grande rilevanza per il mondo del lavoro, in particolare per le piccole imprese: l’abrogazione parziale della disciplina dei licenziamenti e delle relative indennità. Il quesito referendario si concentra sull’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, che disciplina le norme sui licenziamenti individuali, come modificato dalla legge 11 maggio 1990, n. 108. In particolare, si chiede l’abrogazione delle disposizioni che stabiliscono i limiti minimi e massimi dell’indennità risarcitoria in caso di licenziamento illegittimo per i lavoratori dipendenti da datori di lavoro con meno di 15 dipendenti.

Cosa prevede attualmente la normativa?

Attualmente, per i lavoratori delle piccole imprese (con meno di 15 dipendenti) licenziati illegittimamente, l’indennità risarcitoria è determinata dal giudice entro un intervallo minimo e massimo stabilito dalla legge.

Cosa si chiede con il referendum?

Il quesito referendario propone di eliminare questi limiti minimi e massimi, lasciando al giudice la piena discrezionalità nella determinazione dell’indennizzo.

Quali sarebbero le conseguenze in caso di vittoria del “Sì”?

Se il “Sì” dovesse prevalere, il giudice avrebbe la libertà di stabilire l’importo dell’indennità risarcitoria senza vincoli predefiniti. Questo potrebbe portare a indennizzi più elevati o più bassi rispetto a quelli attuali, a seconda delle circostanze specifiche del caso.

Le ragioni a sostegno del “Sì” e del “No”

Il dibattito su questo quesito referendario è acceso e coinvolge diverse prospettive:

  • I sostenitori del “Sì” argomentano che l’attuale sistema di limiti minimi e massimi è rigido e non tiene conto delle specificità di ogni caso. Eliminare questi limiti, secondo i promotori, consentirebbe al giudice di valutare in modo più equo le circostanze e di determinare un indennizzo più adeguato.
  • I sostenitori del “No” ritengono che l’attuale sistema di limiti minimi e massimi garantisca una maggiore certezza e prevedibilità per le piccole imprese, evitando indennizzi eccessivi che potrebbero mettere a rischio la loro stabilità finanziaria. La rimozione di questi limiti, a loro avviso, potrebbe generare incertezza e disincentivare le assunzioni.

Un voto che impatta le piccole imprese

Questo quesito, in particolare, tocca da vicino le piccole imprese italiane, che rappresentano una parte importante del tessuto economico nazionale. Le conseguenze del voto avranno un impatto diretto sulla loro gestione del personale e sulla loro stabilità finanziaria. Per questo motivo, è essenziale che gli elettori si informino accuratamente sulle implicazioni del quesito prima di esprimere il proprio voto. 



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