Electrolux regge meglio dei concorrenti, aumentando le quote di mercato.
I volumi previsti per quest’anno salgono a quota 644 mila dai 566 mila dello scorso anno, grazie appunto al guadagno di quote di mercato. Ma in programma anche 72 milioni di euro di ulteriori investimenti.
In altre parole, saranno mantenuti i 5 stabilimenti italiani. Ma nell’incontro con il governo (al Ministero per le Imprese) a Roma, presente anche il sindacato, l’azienda ha chiesto solleciti interventi per abbattere i costi, dell’energia e del lavoro.
Il “gigante del freddo”, dunque, si pone in controtendenza.
Il mercato degli elettrodomestici in Europa è tornato ai livelli del 2012 o persino dei primi anni 2000.
Il picco post pandemia è solo un ricordo. La forte concorrenza asiatica (leggi cinese) ha contribuito al ribasso dei prezzi, mettendo sotto pressione i produttori europei.
Ma la multinazionale svedese, decidendo di competere nell’alto di gamma, sta ottenendo risultati rassicuranti.
Cosicché l’ad Massimiliano Ranieri ha confermato «il ruolo centrale dell’Italia nella strategia aziendale».
E ha manifestato la volontà di presentare alle parti sociali e alle istituzioni un piano di sviluppo per le attività sul territorio nazionale che prevede progetti industriali e di Ricerca & Sviluppo in tutti gli stabilimenti e centri di ricerca presenti sul territorio – a Susegana, Porcia, Solaro, Forlì e Cerreto d’Esi – «con l’obiettivo di rafforzare le capacità tecnologiche e produttive per la realizzazione di elettrodomestici innovativi e sostenibili, fabbricati appunto in Italia».
E il Mimit, in attesa di avere maggiori dettagli del piano, ha espresso la propria «
disponibilità a supportare Electrolux Group in un percorso di valorizzazione della propria realtà produttiva e di salvaguardia dei livelli occupazionali».Un nuovo tavolo, infatti, sarà convocato in settembre.
L’azienda ha chiarito in ogni caso che «competere nel basso di gamma è insostenibile», per cui punterà con decisione sul medio-alto di gamma.
I presupposti ci sono. L’anno scorso l’Ebit è cresciuto del +0,6%, seppur in un contesto difficile. E l’incremento della quota di mercato è stato di 0,9 punti percentuali in Europa.
Ma conta per l’azienda anche l’apprezzamento dei clienti: punteggio medio 4,76 su 5. I dipendenti, in Italia, sono 4.534, di cui 1.404 a Porcia e 1.256 a Susegana. Nessun cenno, ieri, a eventuali ridimensionamenti.
E se gli investimenti prossimi sono di 72 milioni, dal 2019 sono stati preceduti da altri 90 milioni impegnati nel processo e in automazione.
Le prossime implementazioni, dunque? Nell’intelligenza artificiale e nella connettività tra elettrodomestici e dispositivi mobili.
Arriveranno gli elettrodomestici gestibili da remoto, con suggerimenti di cottura e assistenza nei processi domestici. Ma anche la riduzione del rumore in tutti i prodotti.
I sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, pur prendendo atto delle rassicurazioni, hanno chiesto di esplicitare il piano industriale, «per cercare di addivenire a un vero e proprio rilancio soprattutto se ci sarà possibilità di supporto pubblico».
«Chiediamo la continuità del tavolo di settore – hanno insistito i sindacati – per assumere le determinazioni necessarie a risolvere i punti deboli del sistema paese».
Al ministero si è parlato, ovviamente, anche di dazi.
È risultato, ad esempio, che il Nord America il mercato eldom «è in declino, aggravato dai dazi e da difficoltà logistiche».
«I dazi restano imprevedibili – ha specificato l’azienda –, ma il protezionismo è in aumento».La multinazionale, infatti, cerca nuovi orizzonti. Specie, appunto, con l’alto di gamma. —
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