Le conseguenze negative del turismo di massa in Puglia e a Monopoli.


In Puglia (compreso Monopoli) il turismo è in grande crescita: dal 2015 gli arrivi dall’estero sono più che triplicati, mentre negli ultimi cinque anni si sono aggiunti quasi 300mila posti letto, soprattutto grazie agli investimenti pubblici che continueranno ad arrivare almeno fino al 2030.
La presenza di turisti nella regione non è una novità: già dall’Ottocento ville, palazzi sul mare e centri termali attiravano le élite di tutta Europa, mentre nel secondo dopoguerra il turismo di massa è arrivato nelle località balneari della costa.
Dagli anni Novanta l’interesse si è spostato all’interno, soprattutto grazie alle “masserie-resort”, le grandi aziende agricole abitate che vengono trasformate in alloggi di lusso.
Anche qui il turismo ha i suoi risvolti negativi, come la crescita del costo degli affitti nelle città più grandi, la privatizzazione della costa e la riduzione delle risorse per gli abitanti a favore dei ricchi visitatori, per esempio le interruzioni di corrente elettrica causate dal sovraccarico della rete e lo sfruttamento dell’acqua per i campi da golf su terreni che rischiano la desertificazione.
Di queste difficoltà scrive Sarah Gainsforth, esperta di gentrificazione, sul nuovo numero di The Passenger, la rivista-libro di Iperborea sui luoghi del mondo, dedicato appunto alla Puglia. Nel numero ci sono contributi degli scrittori Nicola Lagioia e Mario Desiati, un articolo del giornalista del Post Stefano Nazzi, e molti altri articoli ancora, che aiutano a farsi un’idea di com’è la Puglia oggi. Di seguito potete leggere un estratto dell’articolo di Sarah Gainsforth.

Un paesaggio condiviso
di Sarah Gainsforth

Un villaggio vacanze chiamato «borgo», un resort extralusso costruito dal nulla, un luogo disabitato di completa finzione, popolato da camerieri. È Borgo Egnazia, un resort progettato come un paese immaginario, edificato di fronte al mare nel paesaggio rurale di ulivi millenari della Costa dei trulli in Puglia, scelto dal governo Meloni per ospitare nel giugno 2024 il vertice del G7. Il resort ha ripreso il nome da un’antica città costiera che sorgeva poco distante, lungo la via Traiana; oggi l’antica città è uno dei più importanti siti archeologici della regione. Nelle immagini del vertice, però, questo paesaggio non compare. Nelle foto di rito stanno in fila all’ingresso del resort allestito per l’occasione. Il luogo indicato nella comunicazione ufficiale dell’evento non è stato il comune di Fasano o la sua frazione, Savelletri, dove di fatto Borgo Egnazia sta, ma la struttura ricettiva stessa. La finzione ha preso il sopravvento.

La costruzione della Puglia turistica

La fondazione di borghi turistici non è una novità in Puglia. Le prime località di questo tipo sono sorte alla fine dell’Ottocento, quando viaggiare era un fatto elitario e le stazioni balneari, le ville e i palazzi in riva al mare, i centri terapici e termali erano riservati all’aristocrazia e alla borghesia agricolo-imprenditoriale. Nel Secondo dopoguerra, dopo la bonifica delle aree costiere paludose iniziò la costruzione di grandi complessi turistici nel Gargano e nel Salento a opera di imprenditori stranieri. Nel Gargano, dove si puntava a un turismo familiare, le architetture cercavano una modernità borghese avulsa dal contesto locale e dalla sua storia. Nel Salento, intanto, impresari francesi e inglesi puntavano a un turismo ricco e colto, ispirandosi alla tradizione edilizia autoctona popolare per creare uno scenario pittoresco, plasmando l’immaginario pseudovernacolare del Sud fatto di casette bianche, trulli e masserie.
Negli anni Sessanta e Settanta furono costruiti grandi resort come il Club Mediterranée a Otranto, il villaggio Valtur e quello di Rosa Marina a Marina di Ostuni, un’enclave privata di villette con albergo, recintata e con barre mobili e guardiole, costruita in uno dei tratti costieri più belli della Puglia. Il villaggio sarebbe stato ideato alla fine degli anni Cinquanta come il luogo ideale per il ritiro dei funzionari delle colonie britanniche.
Nel Secondo dopoguerra la villeggiatura diventò una pratica di massa che portò alla nascita di nuove concentrazioni turistiche e alla devastazione di tratti di costa pugliese, con la costruzione di centinaia di seconde case, spesso abusive, a volte direttamente sul litorale. Nel Gargano già negli anni Sessanta il paesaggio deturpato dal cemento portò a una riduzione del turismo di qualità, mentre molti invocavano l’introduzione di forme di tutela del territorio. Si sarebbe dovuto attendere il 1985 per la prima legge nazionale per la tutela del paesaggio, la legge Galasso, che tra le altre cose vieta l’edificazione nella fascia di trecento metri dalla linea di battigia.
Negli anni Ottanta l’attenzione turistica in Puglia si è spostata nell’entroterra, dapprima sulle abitazioni del centro storico di Ostuni, acquistate come case vacanza da italiani del Nord, e poi, negli anni Novanta, sulle masserie nelle aree rurali, in particolare nella Piana degli ulivi monumentali, che si estende lungo la costa adriatica tra Fasano, Ostuni, Carovigno e Monopoli. Nella Piana sono state censite 217 antiche masserie, le grandi aziende agricole abitate, composte da edifici con diverse funzioni oltre agli alloggi dei contadini, come stalle e magazzini, costruite vicino alle estensioni fondiarie di proprietà di famiglie patronali.
Negli anni Novanta la loro riscoperta turistica ha contribuito a fenomeni di gentrificazione delle campagne con la trasformazione di masserie e trulli in dimore rurali d’élite. La Valle d’Itria e i centri storici di Martina Franca, Alberobello e Locorotondo sono stati l’epicentro di questo fenomeno che si è esteso anche nelle campagne, verso la costa, provocando l’esodo da Fasano e Ostuni delle famiglie più povere, che non riuscivano a sostenere l’incremento del costo della vita prodotto dal turismo.

Il boom turistico che la Puglia sta vivendo all’incirca dal 2015, tuttavia, ha già prodotto molti danni. Sempre più abitazioni sono locate come case vacanze innescando un processo di aumento dei costi abitativi e di espulsione da quartieri centrali delle città, anche da quelli popolari come Libertà a Bari. Airbnb, la principale piattaforma che intermedia gli affitti brevi nelle case, ha contribuito attivamente all’incremento del turismo in Puglia inserendo la regione tra le migliori destinazioni di viaggio mondiali. Intanto, anche grazie alle politiche regionali di ampliamento degli aeroporti, i collegamenti aerei sono aumentati.
In effetti, gran parte della crescita del turismo negli anni più recenti è dovuta proprio agli investimenti pubblici. In particolare due misure del Piano strategico turismo cultura 2030 hanno contribuito in maniera decisiva ad aumentare l’offerta ricettiva, cresciuta del sessanta per cento dal 2015, con la creazione di oltre novemila posti letto e il recupero di quattrocento palazzi di pregio storico-culturale.
Il Piano strategico, aggiornato nel 2023, stanzia 74 milioni di euro per la promozione del turismo e 170 milioni per le attività culturali, che hanno anche ricadute sul turismo. È il caso delle attività di valorizzazione dell’architettura rurale, finanziate con 56 milioni di euro, e di quelle per rendere attrattivi i borghi, finanziate con 66 milioni di euro.
Le attività prettamente per il turismo includono programmi di marketing regionali, campagne di comunicazione degli aeroporti e finanziamenti per nuove rotte low cost. Ci sono poi fondi per i grandi eventi: tra il 2019 e il 2021 ne sono stati realizzati 18, come il celebre Red bull cliff diving e Battiti live.
Anche Borgo Egnazia ha beneficiato di diversi contributi pubblici, alcuni a valere su fondi europei per la coesione economica e sociale, come i novecentomila euro stanziati per il campo da golf di Borgo Egnazia.

L’estate 2024 nella campagna intorno a Fasano l’aumento dei turisti ha provocato frequenti interruzioni della corrente elettrica per via del sovraccarico della rete. Nella Valle d’Itria c’è stata una grande crescita di strutture ricettive e ristoranti, grazie a una nuova ondata di ristrutturazioni di masserie; a maggio 2022 il Sole 24 ore annunciava un boom di investimenti e una «corsa alle masserie».
«La Puglia è bestseller nel mondo per la sua autenticità. Operatori internazionali investono sempre più nella nostra regione e nel turismo di alta gamma» dichiarava nel 2022 l’assessore regionale al Turismo, Gianfranco Lopane, pochi mesi prima di ospitare in Puglia, proprio a Borgo Egnazia, Do not disturb, una fiera del turismo di lusso di cui la regione è partner. «Consolidare questo mercato è un obiettivo strategico, che porta e porterà ricadute economiche sul territorio» affermava il direttore di Puglia promozione, Luca Scandale. Ma le ricadute sul territorio sono a oggi tutt’altro che positive.

Nota: In una recente intervista del 6 giugno 2025 a Repubblica la signora Melpignano, proprietaria di Borgo Egnazia, ha messo in evidenza le forti negatività, sul piano economico, sociale e ambientale, del turismo di massa e dell’invasione delle strutture ricettive.

 



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