“Generalfinance, una ’clinica’ per le imprese in difficoltà”


UNA CLINICA, ma per le imprese. Così ama definire la sua Generalfinance Massimo Gianolli, amministratore delegato della società di factoring che dal 2022 è quotata a Piazza Affari, sul segmento Star, dove il valore del titolo è più che raddoppiato: dai 7 euro circa della quotazione è arrivato infatti fino agli oltre 15 euro delle scorse settimane. Come tutte le società di factoring, Generalfinance finanzia le aziende in cambio della cessione e gestione dei loro crediti commerciali, anticipando cioè gli importi delle fatture a chi ha bisogno di liquidità. La peculiarità della società guidata da Gianolli è però quella di essere specializzata nel sostegno alle imprese in difficoltà, le “special situation”, come le chiama lui in gergo tecnico. Si tratta cioè di aziende che attraversano fasi complesse ma non sono prive di futuro.

“I nostri clienti sono pazienti speciali, con storie complesse e potenzialità da recuperare” spiega Gianolli che aggiunge: “gestiamo il portafoglio crediti attivo delle aziende, in Italia e all’estero, con un approccio da outsourcer: ci occupiamo cioè degli incassi, delle problematiche connesse e anticipiamo i flussi finanziari con rigore”, racconta Gianolli. Un’altra particolarità di Generalfinance è quella di offrire la gestione dei crediti anche al di fuori dei confini nazionali, dove non tutti i player del factoring sono in grado di garantire lo stesso livello di servizio proposto invece sul mercato domestico.

E’ un modello che, secondo Gianolli, si è rivelato vincente e capace di assicurare risultati eccezionali in termini di puntualità nei pagamenti: oltre il 93% vene infatti saldato alla scadenza prestabilita, il 4-5% viene chiuso entro 30 giorni e soltanto una quota marginale dell’1% viene incassata nei 30 giorni successivi. Questo significa, sottolinea ancora l’amministratore delegato di Generalfinance, garantire continuità aziendale, salvaguardare posti di lavoro e permettere alle aziende clienti di guardare al futuro con fiducia. Fondata nel 1982 da suo padre, Generalfinance ha visto l’ingresso di Gianolli nell’organico oltre 36 anni fa e ha scelto appunto di focalizzarsi su aziende in transizione o in crisi, che non riescono ad accedere al credito bancario tradizionale. “Non è sempre colpa di una cattiva gestione. A volte l’azienda ha solo corso troppo, altre volte serve una ristrutturazione. Noi interveniamo dove altri si fermano”. A dimostrarlo, come sottolinea lo stesso Gianolli, alcune operazioni realizzate recentemente. Una è per esempio quella fatta in collaborazione con Sace su Acciaierie d’Italia, dove Generalfinance ha garantito la filiera dei fornitori grazie a linee di credito da oltre 170 milioni di euro. Un’altra operazione è stata realizzata nel settore della grande distribuzione e ha riguardato un marchio noto come Coin che, in una fase critica per il suo business, ha potuto contare su un sostegno mirato da 15 milioni, ottenuto attraverso l’anticipo sugli incassi degli scontrini emessi giornalmente. Non si tratta dunque di semplici prestiti, ma di soluzioni su misura che tengono in vita l’impresa nei momenti più delicati.

Nel 2024 Generalfinance ha chiuso con 3 miliardi di euro di turnover, cioè di crediti totali ceduti dalle aziende clienti. L’utile netto è stato di 21,1 milioni, il Roe (l’indicatore della redditività del capitale proprio) è risultato pari al 36%, mentre il cost/income ratio (il rapporto tra costi operativi e ricavi) si è attestato sul 33%. L’esercizio 2025 è iniziato con un trend positivo e l’utile netto del primo trimestre ha raggiunto i 5,3 milioni di euro, in crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2024 mentre il turnover è stato pari a 819 milioni di euro, con un balzo del 32% su base annua. “Abbiamo centrato tutti gli obiettivi del piano industriale post quotazione e ora guardiamo avanti con una crescita sia in Italia sia all’estero, in particolare in Spagna, dove il mercato è promettente e privo di operatori specializzati come noi”, continua l’amministratore delegato di Generalfinance, ricordando la recente apertura di una sede a Madrid, che si aggiunge a quella originaria di Biella e a quelle di Milano e Roma. Biellese di nascita, classe 1966, Gianolli ama definirsi un “agricoltore prestato alla finanza”. Cresciuto a stretto contatto con la campagna, è approdato alla guida di Generalfinance dopo un percorso atipico. Studi in agronomia, pensava di avere un’altra carriera fino a quando non ha iniziato a seguire l’azienda fondata dal padre.

“Non sono un banchiere”, dice, “sono un imprenditore e parlo la lingua di chi ogni mese deve pagare gli stipendi e tenere in piedi un’azienda”. Tra i suoi business, infatti, da diversi anni non c’è solo il factoring ma anche la pubblicazione di riviste di lifestsyle e La Collina dei Ciliegi, un brand che nelle campagne veronesi riunisce la produzione di vini come l’Amarone e il Valpolicella Superiore con l’attività di hospitality. Tornando a Generalfinance, il nuovo piano industriale 2025-2027 prevede di arrivare a gestire oltre 14 miliardi di euro di crediti.

“Siamo partiti molti anni fa con l’equivalente di 14 milioni, oggi puntiamo mille volte più in alto”, dice Gianolli che aggiunge: “la nostra è una storia di dedizione, numeri solidi e attenzione artigianale. Perché, come dico sempre, ogni impresa è diversa, ogni piano va fatto su misura, Generalfinance si propone così non solo come un operatore finanziario, ma come un alleato strategico per la continuità e la rinascita delle imprese italiane. E nel farlo continua a ispirarsi a una filosofia basata su tre semplici principi: ascoltare, capire, intervenire”. E’ un po’ quello che farebbe sempre un buon medico, quello che opera nella clinica delle imprese.



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