misure per export, energia e credito

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Rispetto al periodo pre Covid ci sono segnali importanti, come l’incremento degli occupati (+14mila) e dei flussi turistici. Ma l’economia umbra nel rischio di quest’anno rischia la stagnazione, con una stima del Pil di appena mezzo punto percentuale di incremento.

E’ un quadro in chiaroscuro quello delineato da Cna Umbria attraverso la nuova indagine affidata al Centro Studi Sintesi.

Dopo un quinquennio incoraggiante e la ripresa post Covid, le imprese umbre devono prepararsi ad affrontare un quadro complicato, secondo quanto emerge dallo studio, a causa dei nuovi aumenti dei costi dell’energia e le possibili ripercussioni agli aumenti dei dazi minacciati e in parte già applicati.

Uno scenario che rischia di penalizzare anche le piccole imprese, che devono invece poter contare sull’acceso al credito e sulla disponibilità di liquidità per poter consolidare i risultati ottenuti degli ultimi anni.

Di fronte a tutto questo Cna Umbria, con il presidente Mihele Carloni e il direttore Roberto Giannangeli, chiede alle Istituzioni (presente l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Francesco De Rebotti) chiede sostegno all’export nella ricerca di mercati alternativi, azioni per mitigare i rincari dei costi energetici (sono allo studio azioni per potenziare l’autoproduzione), la velocizzazione burocratica nell’erogazione dei contributi pubblici e misure che consentano l’accesso al credito da parte delle piccole imprese.





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