Altolà degli Stati a togliere ulteriori risorse alla SSR

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«I media indipendenti e forti sono di grande importanza, soprattutto nel mondo di oggi, dove la percentuale di disinformazione è aumentata notevolmente. Questo è il momento di rafforzare il servizio pubblico mediatico e non di indebolirlo», afferma la consigliera agli Stati basilese Eva Herzog. Da parte sua, il sindacato SSM parla di «un passo nella giusta direzione», ma sostiene anche che il rischio di un ulteriore indebolimento del servizio pubblico mediale non può dirsi del tutto scongiurato, perché il controprogetto, fino a decisione contraria, rimane sul tavolo. Di qui l’appello a commissari e consiglieri nazionali, affinché considerino «la funzione essenziale e la rilevanza di un servizio pubblico mediale esaustivo e capillare».
Il dossier torna al Nazionale, che dovrà decidere se insistere o lasciar perdere, limitandosi a prendere posizione sull’iniziativa. Alex Farinelli (PLR), membro della commissione, è contrario all’iniziativa ma ha sostenuto l’idea di un controprogetto come antidoto ai 200 franchi. Il chiaro no di oggi potrebbe affossarlo definitivamente, perché indica che agli Stati non ci sono margini per approvarlo. «È una scelta rischiosa. Senza controprogetto aumentano le chance dell’iniziativa. La sola alternativa del Consiglio federale potrebbe non bastare, perché si tratta di una modifica di ordinanza e non c’è la solidità di un progetto di legge. Trovo strano e irrispettoso contrapporre una modifica di ordinanza a una modifica costituzionale. Il Parlamento abdicherebbe al suo ruolo e lascerebbe fare al Governo». Di diverso avviso, invece, il collega del PS Bruno Storni, convinto che le controproposte sul tappeto, in un modo o nell’altro, porteranno ad importanti riduzioni delle entrate per la SSR, «con conseguenze anche peggiori per la RSI e quindi per la qualità dell’informazione nella Svizzera Italiana». Il Nazionale ne ridiscuterà in giugno. Se il controprogetto indiretto cadrà definitivamente, gli Stati esamineranno l’iniziativa in settembre. Il voto popolare dovrebbe avere luogo nel marzo del 2026.    



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