Fedagripesca: “No ad obbligo assicurativo per la pesca contro calamità naturali, rischio mancata copertura per l’80% dei danni”

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Grazie ad un intervento normativo sul “milleproroghe”, rende noto Confcooperative Fedagripesca, slitta di un anno l’obbligo per le imprese della pesca e dell’acquacoltura di stipulare polizze assicurative sul libero mercato che sarebbe dovuto scattare il 1 aprile. Un provvedimento che nella formulazione attuale preoccupa il settore perché è a totale carico di chi le sottoscrive, visto che non sono previsti incentivi, e la mancata sottoscrizione della assicurazione potrebbe escludere le imprese da contributi, sovvenzioni o agevolazioni finanziarie pubbliche, anche per indennizzi legati a calamità o catastrofi naturali.

“Dobbiamo metterci a lavoro da subito, il problema è stato solo rimandato” afferma Paolo Tiozzo vicepresidente Confcooperative Fedagripesca. Un provvedimento che nella formulazione presenta diverse zone d’ombra, evidenzia l’associazione. Dall’indagine sulle polizze a copertura dei rischi catastrofali realizzata nel giugno 2024 da IVASS – Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni –emerge che queste polizze escludono i danni causati da mareggiata, marea, penetrazione di acqua marina che, invece, “sono causa dell’80% dei danni procurati alle imprese di pesca e dei giorni inattività forzata.

E negli ultimi 10 anni abbiamo visto aumentare i danni del 40%, con punte del 100% per quelle realtà che hanno subito disastri immani per questi fenomeni”, prosegue Tiozzo. Un obbligo che non si applica alle imprese agricole per le quali invece resta fermo quanto stabilito dalle norme istitutive del Fondo mutualistico nazionale. “Chiediamo quindi che anche la pesca e l’acquacoltura vengano escluse da questo obbligo. È necessario dare vita ad una copertura assicurativa ad hoc, come il “Programma assicurativo annuale della pesca e dell’acquacoltura”, peraltro già prevista dal Fondo di solidarietà nazionale della pesca e dell’acquacoltura ma mai applicato.





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