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A 10,1 milioni di figli. A dicembre importo medio di 172 euro
Nel 2024 l’Inps ha erogato alle famiglie un totale di 19,8 miliardi di euro in Assegni unici universali (Auu), un aumento significativo rispetto ai 18,2 miliardi del 2023 e ai 13,2 miliardi del 2022.
Questi dati emergono dall’aggiornamento dell’Osservatorio statistico sull’Auu, che include anche le informazioni relative ai nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza (RdC) per gli anni 2022 e 2023.
Secondo il rapporto sale la spesa per l’Assegno unico universale, il sostegno economico rivolto alle famiglie con figli a carico e previsto fino al compimento dei 21 anni ma senza limiti di età per i figli disabili: nel 2024 arriva a sfiorare i 20 miliardi.
Nello stesso anno, ma sul fronte opposto, i pensionati denunciano invece un’erosione maggiore dei propri assegni: a causa dei tagli alla rivalutazione, le perdite che si avvicinano anche ai 10mila euro nell’arco di dieci anni.
Alle famiglie, nel 2024 l’Inps ha erogato 19,8 miliardi per l’Assegno unico universale (Auu): una cifra in aumento rispetto ai 18,2 miliardi del 2023 e ai 13,2 miliardi del 2022. Sono stati quasi 6,4 milioni i nuclei che hanno ricevuto l’assegno: a beneficiarne 10,1 milioni di figli. A dicembre scorso, l’importo medio per figlio, comprensivo delle maggiorazioni applicabili (ad esempio in caso di nuclei numerosi), si attesta su 172 euro.
Le somme variano: si va da circa 57 euro per chi non presenta Isee o supera la soglia massima (45.574,96 euro per il 2024) a 222 euro per la classe di Isee minima (17.090,61 euro sempre per il 2024). E’ online, intanto, il nuovo calendario dei pagamenti.
L’Assegno unico universale viene normalmente erogato dopo la metà del mese. Per chi è in regola con la domanda, la prestazione sarà accreditata dal 20 al 26 febbraio. Chi ha presentato domanda per la prima volta o ha aggiornato l’Isee riceverà il bonus entro il 28 febbraio. Per i nuovi beneficiari è inoltre disponibile una videoguida dell’Inps.
A fare il bilancio sono anche i pensionati, che invece lamentano assegni più poveri rispetto al costo della vita a causa della mancata rivalutazione al 100% dell’inflazione.
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