Le sfide della ricerca. Piattaforma tecnologica da 2,8 milioni di euro

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“Le risorse del Pnrr sono opportunità di sviluppo e se al termine del trennio non ne restasse nulla, sarebbe un enorme peccato. Le strumentazioni tecnologiche sono il lascito del Pnrr all’università di Siena e a questo territorio. Le nuove strutture contribuiranno nell’immediato a un salto di qualità della ricerca e resteranno a disposizione della nostra comunità anche dopo il termine del Pnrr”, inizia il rettore Roberto Di Pietra. La ’ricca dote’ in questione è custodita nei nuovi laboratori del Santa Chiara Lab dell’Università di Siena, sviluppati al Polo Scientifico di San Miniato e realizzati grazie a finanziamenti ministeriali con fondi Pnrr.

Per il taglio del nastro ieri è arrivato il ministro dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini. Subito prima, al Santa Chiara Lab, Centro per le attività di innovazione interdisciplinare, sono stati presentati i laboratori stessi e le attività di ricerca portate avanti, i progetti dello Spoke 9 del Centro nazionale Agritech e Metrofood. Il percorso di innovazione e trasferimento tecnologico, che utilizza la stumentazione in questione in ambito agricolo e alimentare, è stato definito Fusto, ovvero è il percorso di tracciamento e qualità dal ’FUori Suolo alla Tavola e Oltre’.

È stata così creata una piattaforma tecnologica – con strumento per 2,8 milioni di euro – e di competenze che, oltre a facilitare il dialogo tra mondo della ricerca e imprese, è in grado di fornire servizi anche ad ambiti applicativi differenti, dalle biotecnologie alla medicina e alle scienze hard quali le scienze dei materiali e l’optoelettronica. I laboratori inaugurati, che completano la dotazione strumentale già esistente al Dipartimento di Biotecnologie Chimiche e Fisiche, sono specializzati nell’identificazione e tracciabilità dell’origine e delle varietà specifiche dei prodotti in ambito agro-industriale e nel produrre packaging basato su scarti. Costituiscono un sistema tecnologico di avanguardia: le attrezzature consentono analisi avanzate, basate su metodi genetici e chemiometrici e sulla statistica multivariata, ai fini di determinare origine geografica, qualità, sicurezza, autenticità, sostenibilità e varietà dei prodotti agroalimentari.

“Investimenti come questo – sottolinea la prorettrice e delegata al Pnrr, Donata Medaglini – rafforzano la capacità di ricerca dell’Ateneo in settori innovativi. Rappresentano, un’opportunità straordinaria affinché il loro impatto si estenda oltre la durata dei progetti stessi, contribuendo alla crescita a lungo termine dell’ateneo”.

“Siamo grati al MUR – dice il presidente del Santa Chiara Lab, Angelo Riccaboni – per questi laboratori di assoluto rilievo. E abbiamo così potuto creare FUSTO, una piattaforma di eccellenza a livello europeo, a supporto delle imprese nel rispondere alle nuove richieste dei mercati, dei consumatori, delle banche e dei regolatori”.

A conferma del coinvolgimento del mondo agricolo arriva anche la testimonianza di Mania Spalding, dell’azienda agricola Torre alle Tolfe. E del rettore Marco Lorito, presidente di Agritech: “E’ un sogno realizzabile e ben finanziato. Il centro Agritech coinvolge 30 università e 20 aziende: una grande struttura senza eguali in Europa e anche un’attrattiva per far tornare i giovani ricercatori in Italia”.

p.t.



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