nelle Marche calano le imprese a guida under 35

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ANCONA Non siamo una regione per giovani. Se la matematica non è un’opinione, bastano i numeri a dare la dimensione del problema: negli ultimi 10 anni, le Marche hanno perso il 36,7% di imprese guidate da under 35, la percentuale più alta in Italia. Se nel 2014 si contavano 16.029 imprese giovanili, al 31 dicembre 2024 se ne contavano 10.139.

L’analisi

Un quadro tratteggiato nel rapporto Movimprese, l’analisi statistica trimestrale della natalità e mortalità delle imprese condotta per conto dell’Unioncamere sugli archivi di tutte le Camere di commercio italiane. Ne emerge un trend che vede gli under 35 rimanere ancora ai margini della nostra economia. Complessivamente, le imprese giovanili rappresentano il 7% di tutto il sistema produttivo marchigiano (nel 2014, la percentuale si assestava sul 9,2%): una percentuale inferiore alla nostra la registra solo l’Umbria con il 6,8%. Il crollo marcato di imprese under 35 non è un fenomeno solo marchigiano, ma riguarda tutte le regioni italiane, con una diminuzione del 24% a livello nazionale. Flessione che diventa più netta nelle regioni del centro.

Chi ce la fa

La contrazione più rilevante ha riguardato le imprese dei settori tradizionali del commercio e delle costruzioni, seguite dalla manifattura e dal turismo. Il rovescio positivo della medaglia è rappresentato dall’aumento di aziende giovani di servizi alle imprese e di start up innovative: il 20% di quelle marchigiane sono guidate da giovani. «Sul calo delle aziende pesa inevitabilmente l’invecchiamento della popolazione, osservano Cna e Confartigianato, che contestualizzano il preoccupante dato generale: «Le oltre 5mila imprese giovanili in meno negli ultimi 10 anni non significa che tutte hanno cessato l’attività. Sono numerosi gli imprenditori che under 35 quando avviato la loro attività e oggi non lo sono più». Ma il trend negativo resta e, secondo le categorie, «per avvicinare i giovani al mondo imprenditoriale è necessario prevedere strumenti ad hoc di sostegno e affiancamento su aspetti come il passaggio generazionale, la programmazione degli investimenti, il welfare aziendale e il sostegno alla creazione d’impresa». La dimostrazione che tra i giovani c’è la volontà di fare impresa lo testimonia la partecipazione ai bandi della Regione per la creazione d’impresa: migliaia di domande per l’accesso ai contributi.

La posizione

Secondo il consigliere regionale del Pd Antonio Mastrovincenzo, vicepresidente della commissione Sviluppo economico, «le imprese, se lasciate sole, non si consolidano, non reggono le grandi difficoltà. Oltre a facilitare l’accesso al credito, è indispensabile supportare i giovani imprenditori nell’acquisizione di quelle competenze necessarie per operare nei settori che hanno più margine di espansione e di crescita. Abbozza poi una ricetta: «Per invertire il trend negativo, occorre utilizzare in modo più efficace e tempestivo le cospicue risorse dei Fondi strutturali (880 milioni a disposizione nel settennio tra Fesr e Fse+) e quelle del Pnrr». Per un futuro più giovane e smart.





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