Transizione 5.0: regole e requisiti per il bonus alle imprese

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Il Piano Transizione 5.0 introduce nuove opportunità per le imprese che investono in beni strumentali innovativi, con l’obiettivo di favorire la digitalizzazione e l’efficienza energetica.

Le ultime FAQ ministeriali, aggiornate il 21 febbraio 2025, chiariscono alcuni aspetti chiave della normativa prevista dalla Legge di Bilancio 2025 (n. 207/2024, commi 427-429), tra cui la semplificazione delle verifiche per il risparmio energetico e le regole sulla cumulabilità del credito d’imposta.

Accesso al credito d’imposta transizione 5.0

Uno dei punti centrali del Piano Transizione 5.0 è il credito d’imposta per investimenti in beni materiali e immateriali nuovi, effettuati tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025. Per poter accedere all’incentivo, le imprese devono dimostrare una riduzione dei consumi energetici pari ad almeno il 3% sull’intera struttura produttiva o il 5% sul processo specifico oggetto dell’investimento.

Le nuove disposizioni semplificano il processo di certificazione, consentendo ai certificatori di basarsi su documentazione esistente come regolamenti europei e migliori tecnologie disponibili (BAT), senza la necessità di calcoli aggiuntivi.

Verifica del risparmio energetico e casi particolari

La normativa chiarisce come certificare il risparmio energetico anche in situazioni particolari, come nel caso della distribuzione automatica di alimenti e bevande. Se i beni sono collocati presso terzi, l’impresa beneficiaria deve dimostrare di poter monitorare e controllare i consumi energetici.

Un altro aspetto rilevante riguarda i beni strumentali. Secondo la FAQ 4.19, un bene nuovo è considerato in sostituzione di uno obsoleto se è in grado di svolgere le stesse funzioni produttive, indipendentemente da eventuali differenze tecniche. Inoltre, la rottamazione del vecchio bene non è obbligatoria per accedere alla procedura semplificata.

Regole per i contratti e cumulabilità degli incentivi

Le FAQ chiariscono anche il trattamento fiscale degli investimenti effettuati tramite contratti con patto di riservato dominio. In questi casi, l’agevolazione si applica dal momento della consegna del bene o, se successiva, dalla data di effettivo trasferimento della proprietà.

Un ulteriore punto riguarda la cumulabilità del credito d’imposta con altri incentivi nazionali ed europei. Le imprese possono combinare il bonus Transizione 5.0 con altre agevolazioni, a condizione di rispettare i limiti di intensità di aiuto stabiliti dalle normative vigenti.

Passaggio dal bonus transizione 4.0 al 5.0

Per le aziende che hanno già ottenuto un’attestazione di conformità per il credito d’imposta Transizione 4.0, la FAQ 2.18 chiarisce che non è necessario acquisire una nuova certificazione per accedere al beneficio Transizione 5.0. Questo snellisce ulteriormente il processo per le imprese che hanno già avviato investimenti in innovazione.

Progetti ammissibili e sostenibilità ambientale

Un altro aspetto fondamentale riguarda i progetti che generano sostanze inquinanti. La normativa stabilisce criteri precisi per determinare l’ammissibilità degli investimenti. Se un progetto non comporta un aumento di rifiuti pericolosi o se la loro gestione rispetta determinate soglie ambientali, può accedere agli incentivi. Al contrario, se supera i limiti previsti per oltre due anni, l’agevolazione non è concessa.

Grazie a queste nuove disposizioni, il Piano Transizione 5.0 si configura come uno strumento strategico per supportare le imprese nella transizione energetica e digitale, incentivando investimenti sostenibili e innovativi.



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