Uscita dal carbone, le imprese chiedono tempo

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CIVITAVECCHIA – Alla luce delle recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sull’utilizzo del carbone per la produzione di energia elettrica, Maurizio Iacomelli, per il coordinamento delle imprese di Tvn, non ha dubbi. Considerato il contesto nazionale ed internazionale, «si rafforza il nostro pieno convincimento di posticipare l’uscita dal carbone – spiega – fino al precedente obiettivo del 2030 o perlomeno un allineamento con le centrali della Sardegna, fatto salvo un costante monitoraggio dell’andamento internazionale sull’utilizzo dei combustibili fossili. Questa proroga – ricorda Iacomelli – permetterebbe anche una pianificazione efficace di quella che potrà essere la reindustrializzazione del sito di Tvn in una maniera che consenta l’effettiva continuità produttiva delle aziende coinvolte nella filiera del carbone, con tutte le loro maestranze, scongiurando qualsiasi ipotesi di interruzione lavorativa e cassa integrazione, la qual cosa porterebbe certamente a chiusura di svariate realtà produttive». A supporto di questa tesi, il coordinamento delle imprese sottolinea come il territorio «sia in notevole ritardo con i progetti di riconversione che scontano tra l’altro – ha aggiunto Iacomelli – la mancanza di aree al momento disponibili e di condizioni di vantaggio per chi volesse investire nei nostri territori. Dopodiché si passerebbe alla disamina dei progetti e ai tempi tecnici di attuazione per cui la moratoria che chiediamo – ha concluso – sarebbe una boccata d’ossigeno per il nostro territorio e ci porterebbe a scongiurare operazioni di macelleria sociale nell’immediato».

Intanto, nell’immediato, i segretari di Fiom Cgil Angelo Zanecchia e Uil Uilm Arturo Ranucci chiedono ad Enel di vigilare e garantire che tutte le attività realizzabili dal personale del territorio non vengano appaltate all’esterno. «Non possiamo permetterci di perdere nessuna opportunità per salvaguardare il lavoro dei nostri operati. Lo avevamo già dichiarato nell’ultimo consiglio comunale aperto di Civitavecchia – hanno ricordato – è un momento drammatico per centinaia di famiglie, riceviamo tutti i giorni il grido d’allarme degli operai e non tollereremo in alcun modo che arrivino persone attraverso ditte dal’esterno del realizzare attività che possono essere realizzate dai nostri lavoratori del territorio. Il caso, già denunciato da noi, che si sta verificando a Montalto con l’azienda Montalbetti, è emblematico e rischia di essere soltanto la punta dell’iceberg. Sulle attività di demolizione, al posto di coinvolgere personale e ditte del territorio, stanno arrivando subappaltatori da altre regioni italiane. Non permetteremo che ciò continui ad accadere. Aspettiamo una risposta da Enel forte e chiara, altrimenti annunciamo già sin da ora un presidio ai cancelli della centrale. E ora di dire basta a questo genere di scorrettezze, anzi è arrivato il momento che Enel e le istituzioni facciano sentire la propria voce perché non ne possiamo più di passerelle che poi non portano ad alcun risultato. È passato oltre un mese dal consiglio comunale di Civitavecchia – hanno concluso – ed il silenzio è sempre più assordante».

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