Piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra-UE e Blu Economy

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Nella prestigiosa cornice di Villa Madama, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha presentato il Piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra-UE ad alto potenziale. L’iniziativa si configura come un intervento strategico, volto a rafforzare la presenza delle imprese italiane nei mercati emergenti e a consolidare la competitività del Made in Italy a livello globale.

Il Piano d’azione si articola attraverso una sinergia tra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), l’Agenzia ICE, Simest, SACE e Cassa Depositi e Prestiti (CDP), con l’obiettivo di offrire alle aziende strumenti di promozione e supporto finanziario per agevolare l’internazionalizzazione del tessuto produttivo nazionale.

L’importanza della Blue Economy per la competitività italiana

Durante la presentazione, Mario Mattioli, Presidente della Federazione del Mare, ha posto l’accento sul ruolo strategico dell’economia del mare nel sistema economico italiano. Con un valore diretto di 65 miliardi di euro e un indotto stimato in 113 miliardi di euro, il settore marittimo rappresenta un pilastro fondamentale per l’economia nazionale, coinvolgendo 230.000 aziende e garantendo occupazione a oltre un milione di persone.

L’importanza della logistica marittima è evidenziata da dati di portata globale: a livello mondiale, ogni anno si scambiano circa 12 miliardi di tonnellate di merci, per un valore di 14 trilioni di dollari. Di queste, il 90% viene trasportato via mare, con una corrispondente incidenza del 70% in termini di valore economico. Un dato che sottolinea la centralità delle infrastrutture portuali per la competitività di un Paese come l’Italia, storicamente vocato al commercio marittimo.

Le sfide infrastrutturali e la necessità di investimenti

Nonostante il ruolo di prim’ordine che il settore marittimo riveste nell’economia nazionale, permane un divario logistico stimato tra i 70 e gli 80 miliardi di euro annui, un valore equiparabile a due Leggi Finanziarie. La crescente competizione con i porti del Nord Europa rende imprescindibile l’adozione di politiche mirate alla modernizzazione del sistema portuale italiano, rendendolo più sostenibile e interconnesso con le reti logistiche nazionali ed europee.

L’Italia, con la sua posizione strategica nel Mediterraneo, ha il potenziale per diventare un hub logistico di primaria importanza, ma per farlo è necessario semplificare i processi burocratici e incentivare investimenti nelle infrastrutture portuali. Un’evoluzione che non può prescindere da un accesso agevolato ai fondi per lo sviluppo, sia attraverso strumenti finanziari innovativi sia mediante il rafforzamento della collaborazione tra settore pubblico e privato.

L’economia blu come motore di sviluppo internazionale

L’economia del mare, o blue economy, può costituire un potente volano di crescita per il sistema Paese, favorendo non solo il commercio, ma anche il consolidamento delle relazioni tra industria e diplomazia economica. Il rafforzamento dei rapporti con enti finanziari e istituzioni internazionali diventa dunque cruciale per garantire alle imprese italiane le risorse necessarie a competere efficacemente sui mercati esteri.

Il Piano d’azione per l’export rappresenta un passo significativo nella giusta direzione, ma affinché possa tradursi in risultati concreti sarà fondamentale una sua puntuale attuazione. Solo attraverso una strategia di lungo respiro, capace di coniugare innovazione, sostenibilità e una visione sistemica dell’internazionalizzazione, l’Italia potrà consolidare la propria posizione nei mercati globali e ridurre il gap infrastrutturale che oggi ne limita il potenziale competitivo.

 



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