ecco 30 milioni di euro per i reimpianti

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Arrivano i 30 milioni di euro per sostenere le imprese agricole della Puglia colpite dalla Xylella. I fondi serviranno per i reimpianti di 4 cultivar resistenti di ulivo ma anche per le riconversioni verso altre colture con un elenco di 72 specie ammesse. È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del ministero dell’Agricoltura dello scorso 11 febbraio: un atto che dà il via libera allo stanziamento dei 30 milioni che serviranno per andare incontro alle aziende agricole colpite dalla diffusione del batterio. Il decreto stabilisce anche i criteri e le modalità di attuazione della misura tra reimpianti e possibili riconversioni. Saranno oggetto di finanziamento gli interventi finalizzati al ripristino del potenziale produttivo danneggiato dalla Xylella e comprendono il ripristino della capacità produttiva delle imprese, sia con la ricostituzione degli oliveti con varietà dichiarate resistenti o tolleranti al batterio, sia sostituendo i vecchi oliveti con impianti di altre colture scelte fra quelle ammesse. 
Potranno quindi essere reimpientate le varietà di ulivi resistenti alla xylella, ovvero Lecciana, Leccio del Corno, Fs17 (conosciuta più semplicemente come Favolosa) e Leccino.

Le altre varietà

Ma si potrà anche riconvertire con la messa a dimora di 72 specie ammesse per i reimpianti nelle aree affette da xylella: Feijoa, Acero campestre, Acero minore, Acero opalo, Actinidia, Corbezzolo, Cappero, Papaia, Carpino bianco, Carpinella, Pecan, Carrubo, Albero di Giuda, Cisto rosso, Cisto salvi foglio, Corniolo, Sanguinello, Coronilla, Nocciòlo, Azzeruolo, Biancospino, Cotogno, Erica, Nespolo del Giappone, Fusaggine, Faggio, Fico, Frassino maggiore, Orniello, Frassino meridionale, Agrifoglio, Noce, Ginepro coccolone, Ginepro fenicio, Ligustro, Melo, Mango, Nespolo comune, Gelso bianco, Gelso nero, Fico d’India, Carpino nero, Avocado, Pino d’Aleppo, Lentisco, Terebinto, Pioppo bianco, Melograno, Pero, Nashi, Cerro, Quercia spinosa, Farnetto, Leccio, Vallonea. Roverella, Sughera, Quercia virgiliana, Rosa selvatica, Lampone europeo, Mora di rovo, Pungitopo, Salice bianco, Sambuco nero, Sorbo domestico, Ciavardello, Tiglio selvatico, Tiglio nostrano, Olmo minore, Mirtillo Nero, Viburno, Vite. Intanto, Coldiretti Puglia rilancia la richiesta di un piano pluriennale: «Serve ora il secondo piano pluriennale per la rigenerazione delle aree colpite dalla xylella fastidiosa in Puglia – sottolinea il presidente regionale di Coldiretti, Alfonso Cavallo – perché sono 115mila gli ettari rimasti fuori dal primo piano di 300 milioni di euro, un impegno urgente da attuare con il coordinamento ed il sostegno alle attività di ricerca ed un pieno e consapevole coinvolgimento delle istituzioni regionali, nazionali e dell’Europa. La Xylella è un problema nazionale, oltre regionale ed europeo e che se dovesse continuare a camminare, non ci sarà più olio da commercializzare, oltre al danno per l’economia ed il turismo con la perdita di ambiente e paesaggio. La zona di contenimento si è allargata a nord – dice Cavallo – e il fronte della malattia è molto ampio, le eradicazioni chirurgiche vanno attuate tempestivamente, ma soprattutto vanno attivate misure a beneficio di tutto il territorio colpito per espiantare tutti gli ulivi secchi che ancora incombono nelle campagne e finanziare misure per i reimpianti e la ripresa piena dell’attività olivicola e agricola in generale con la diversificazione, con la piena attuazione del primo piano di rigenerazione ed il finanziamento, attuando una piena sburocratizzazione delle misure, di un secondo piano perché le risorse a disposizione sono del tutto insufficienti», aggiunge Cavallo. 

«Per aiutare le imprese olivicole del territorio così gravemente ferito, il polo antixylella costituito da Coldiretti, Unaprol e Cai, per la ricostruzione della più grande fabbrica green del Sud Italia accompagna le aziende olivicole nella realizzazione dei nuovi impianti con le varietà resistenti dalla Lecciana al Leccio del Corno, dal Leccino fino alla Fs17 e a tutte le ulteriori varietà che saranno autorizzate anche in futuro, con una gestione olivicola al passo con i tempi, con mezzi e conoscenze tali da agire tempestivamente e efficacemente sul territorio», ricorda il direttore di Coldiretti regionale, Pietro Piccioni. Per accelerare la ricostruzione, con il numero stimato di ulivi reimpiantati che risulterebbero poco più di 3 milioni, contro i 21 milioni di piante infette per la strage causata alla Xylella, pari a poco più del 14%, «il polo specialistico – aggiungono i vertici di Coldiretti Puglia – metterà a disposizione la fornitura di piante di olivo resistenti certificate e di alta qualità, mezzi tecnici per la lavorazione del terreno e la gestione degli impianti, servizi di assistenza tecnica specializzata per la progettazione, la realizzazione e la gestione degli impianti, consulenza agronomica e fitopatologica, oltre al supporto ai finanziamenti pubblici e privati. Contro il dilagare della Xylella sono determinanti monitoraggio, campionamento, analisi di laboratorio e continua ricerca, per l’individuazione dei focolai nei primissimi stadi della infezione – conclude Coldiretti Puglia – su piante sensibili e la successiva rimozione secondo legge, così come il controllo della presenza di potenziali vettori contaminati, restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità è garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe, anche puntando sulle tecnologie innovative di monitoraggio remoto».





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