Pcto a 15 anni, alternanza scuola-lavoro anticipata al secondo anno delle superiori. Flc-Cgil furente: didattica impoverita sottomessa alle aziende

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Dall’anno prossimo le scuole avranno la possibilità di avviare i Pcto già dal secondo anno di scuola superiore, quindi potrebbero essere coinvolti gli studenti appena 15enni, anticipando quindi di 12 mesi le attuali attività di alternanza scuola-lavoro: lo prevede il Decreto Pnrr-Scuola allo studio della Commissione Cultura di Palazzo Madama.

Come abbiamo già scritto, la misura è contenuta in uno degli allegati al decreto e testualmente cita: “Nel primo biennio, oltre alle attività orientative collegate al mondo del lavoro e delle professioni, è possibile realizzare, a partire dalla seconda classe, i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento“.

Ancora prima di essere approvata in via definitiva, la decisione, voluta dai partiti della maggioranza, è stata duramente criticata dalla Flc-Cgil.

“Nell’impianto del progetto – ha spiegato la delegazione presente in audizione in Commissione – prevale una forte caratterizzazione verso il mondo del lavoro specializzato, ancorato al territorio con accordi di partenariato, alleanza e reti. Si privilegiano i raccordi con il mondo del lavoro e i contesti produttivi, mentre le attività didattiche risultano culturalmente impoverite, subordinate e addirittura funzionalizzate alle istanze formative avanzate dal contesto socioeconomico di appartenenza”.

Secondo il sindacato guidato da Gianna Fracassi, “le maggiori criticità nell’eccesivo aumento della quota di area territoriale dell’area di indirizzo flessibile nel passaggio dal primo biennio (132 ore) al secondo biennio (198 ore) e al quinto anno (dove diventa di 231 ore) e la decurtazione proprio nel primo biennio di 99 ore dell’Area di istruzione generale a vantaggio dell’area di flessibilità, con l’anticipo dei PCTO al secondo anno del primo biennio, quando si è ancora in età di obbligo formativo”.

La Flc-Cgil è convinta che con questo modello di esperienza scuola-lavoro “si favorisce l’apporto formativo delle imprese e degli enti del territorio prevedendo addirittura l’introduzione di un comitato tecnico-scientifico che invade le competenze degli organi collegiali e l’autonomia didattico-educativa degli istituti tecnici”.

“Questa riforma, inoltre, che interviene sugli stessi istituti tecnici già interessati dalla pressante campagna avviata dal MIM in occasione delle iscrizioni alla filiera formativa tecnologico professionale, nell’anno scolastico 2026/2027 partirà dalle prime classi che potrebbero essere coinvolte, così, oltre che nel riordino dell’istruzione tecnica, anche nella sperimentazione della filiera formativa tecnologico professionale”.

“Per evitare questa dannosa e inutile sovrapposizione – è l’appello – diventa fondamentale che, a partire dall’anno scolastico 2026/2027, sia prevista la contestuale esclusione dei nuovi istituti tecnici dalla sperimentazione della filiera tecnologico-professionale”, conclude la Flc-Cgil.





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