Infrastrutture e investimenti: quel che divide la Bassa arrabbiata da Bergamo pigliatutto

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di Wainer Preda

Fra Bergamo e Treviglio ci sono 27 chilometri. Ma la distanza sarebbe abissale per infrastrutture, sanità, trasporti e investimenti. È quanto sostengono 23 sindaci della Bassa che nei giorni scorsi hanno inviato una lettera ai giornali lamentando le carenze della pianura.

I ventitré ritengono che la Bassa, a differenza di altri territori, non stia ricevendo adeguato supporto economico. A partire dalle arterie viarie. «Per noi oggi è più facile raggiungere Milano o Brescia che Bergamo», sostengono. Aggiungendo: «Manca un’adeguata viabilità in una delle zone più produttive della provincia e della Lombardia. In particolare, gli insediamenti della logistica della pianura orientale, che forniscono servizi a tutta la Bergamasca, necessitano di una viabilità adeguata».

La lettera ha trovato la condivisione dell’ex presidente della Provincia, Matteo Rossi, e di Gabriele Giudici. «Che la Bassa sia penalizzata è un dato di fatto – dice il segretario provinciale del Pd -. Da troppo tempo questo territorio si sobbarca gli effetti negativi dello sviluppo, senza poterne cogliere i reali benefici».

«Sono molti i nodi da sciogliere – dice il consigliere regionale della Lega, Giovanni Malanchini, che nella Bassa ha il suo bacino elettorale -. Ho dubbi sull’utilità di un’opera come la Bergamo-Treviglio. Mentre vedo la necessità di potenziare, in modo intelligente, i collegamenti nord-sud della provincia, adeguando la viabilità ordinaria a ovest e realizzando la Nuova Cremasca a est, dove la possibile costruzione di uno scalo merci o di un interporto potrebbe peggiorare la situazione, già critica per la presenza di diversi insediamenti logistici».

Non solo. La Bassa registra uno sviluppo demografico che richiederebbe più servizi sanitari e formazione professionale. «Parliamo di un’area di 350 mila abitanti che rischia di staccarsi socialmente, economicamente e idealmente dalla città di Bergamo (…)

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