Avviso contributi non versati, bufera sull’istanza

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Bufera sull’Istanza d’Arengo. È il caso di quella respinta nei giorni scorsi in Consiglio grande e generale nella quale i cittadini chiedevano “di predisporre adeguate misure normative – si legge – affinché il lavoratore sia informato del mancato versamento dei contributi previdenziali da parte del proprio datore di lavoro”. Richiesta legittima, penserà qualcuno. Ma in aula arriva un ’no’ con l’istanza che viene respinta con 14 voti a favore e 32 contrari. Cosa che non è affatto piaciuta alla Confederazione sammarinese del lavoro. “L’istanza – dicono dalla Csdl – prevedeva la predisposizione da parte dell’Iss di un alert per avvisare automaticamente i lavoratori, qualora da tre mesi non vengano versati i contributi previdenziali dovuti dalle imprese. Si può discutere se tale lasso temporale fosse congruo o meno e a chi competa la valutazione delle ragioni, ovvero se si tratti di difficoltà finanziarie temporanee o strutturali, ma i dipendenti devono essere informati in automatico in caso di inadempienze, non devono essere loro a dover cercare le informazioni in merito alla regolarità contributiva dei propri datori di lavoro”.

Secondo il sindacato una disposizione che imponga all’Iss di informare i lavoratori “avrebbe anche il merito di spingere le aziende a comunicare tempestivamente ai propri dipendenti periodi di difficoltà temporanea nel versamento dei contributi. Abbiamo scoperto molti casi di aziende non in regola con i versamenti previdenziali, anche di lunghissimo periodo, di cui i diretti interessati erano all’oscuro o, a volte, avevano solo qualche sospetto”. Non tarda ad arrivare anche la presa di posizione di Repubblica Futura. “Una richiesta legittima, di trasparenza e tutela, che avrebbe dovuto trovare accoglienza unanime – dicono dal partito di minoranza – E invece la maggioranza, seppure tra qualche distinguo, finalizzato a giustificare una ingiustificabile posizione, ha preferito dire no. Un no politico, mascherato dietro un’apparente sufficienza tecnica: secondo loro gli strumenti già ci sono. Una motivazione tanto vaga quanto debole, che fa sorgere il sospetto che la volontà di agire davvero non ci sia mai stata. Gli strumenti infatti non ci sono, perché nessun alert viene inviato ai lavoratori rispetto al mancato pagamento dei contributi da parte dei datori di lavoro”.



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