“Bene la destinazione di incentivi economici ai negozi di moda, ma è necessario anche pensare alle pmi della distribuzione e ai negozi fisici” | newⓈpam.it

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Soddisfazione espressa da Benny Campobasso, presidente nazionale della Fismo, Federazione Moda Confesercenti, nonché presidente regionale Confesercenti, per gli incentivi economici, circa 250 milioni di Euro, previsti per le imprese del settore moda dal Ministero del Made in Italy. Non è un mistero, infatti, che il settore della moda, vero fiore all’occhiello dell’imprenditoria italiana, punto di riferimento in tutto il mondo, abbia necessità di investimenti anche per sostenere la transizione green, digitale e la crescita generale del settore per competere al meglio sia con gli altri Paesi, ma anche con le modalità di vendite on line. Tuttavia, resta scoperto un asset importante come la distribuzione, perché questo pacchetto di misure, così come concepito finora, non contempla al momento alcun sostegno a favore delle pmi della distribuzione, proprio per il completamento della filiera. Un altro modo per aiutare le piccole imprese della moda in questa fase di transizione settoriale, oltreché mondiale, sarebbe la detassazione delle rimanenze di magazzino. La destinazione di incentivi economici ai negozi di moda assumerebbe un significativo sostegno anche nella realtà del territorio brindisino, alle prese, soprattutto nel capoluogo, con il crescente fenomeno della desertificazione del centro urbano, vera piaga sociale, economica e culturale di questi anni “Occuparsi anche dei negozi di distribuzione moda, piccoli o grandi – afferma il presidente provinciale Confesercenti, Michele Piccirillo – potrebbe indurre l’apertura di nuove attività o favorire il cambio di gestione. I negozi fisici sono capisaldi nella geografia economica e sociale, soprattutto al sud, veri e propri punti di riferimento non solo per gli acquisti, ma anche per le relazioni che si sviluppano attorno ad essi. E in tale ottica, rivestono un ruolo importante gli investimenti nel settore della formazione. Ciò potrebbe significare finanziamenti per corsi di digitalizzazione dei punti vendita per il rafforzamento della presenza digitale che consentirebbe, al negozio fisico, una costante interazione con il cliente. Infine, sarebbe opportuno finanziare corsi di lingua, necessari per quelle attività posizionate nelle città d’arte o nei luoghi ad alto traffico turistico. E nel nostro territorio provinciale tali realtà, per fortuna, sono tante e variegate”.



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