Impresa e ricerca. “I giovani ci sono, ma vanno sostenuti”

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Rivoluzione tecnologica, ricerca e ricambio generazionale. Sono queste le sfide analizzate da alcuni dei relatori di Agrofutura. Partendo dalla conoscenza delle dinamiche della filiera agroalimentare italiana, il convegno ha affrontato gli scenari evolutivi, le sfide e le opportunità del futuro. In Italia l’agrifood vale il 2% del Pil e “abbiamo tante sfide inedite che ci attendono”, avverte Marco Marcatili, direttore Sviluppo Nomisma e presidente Caab.

Francesco Ubertini (Cineca), Marco Marcatili (Sviluppo Nomisma), Marco Lazzari (Bper Banca), Valentino Di Pisa (Ascom)

Il primo elemento: “Siamo sempre meno una zona di produzione, a causa del cambiamento climatico e per ragioni di convenienza economica”, dice Marcatili. Cosa ci può salvare? “La tecnologia e le conoscenze applicate a questo settore”. Un’altra sfida riguarda i consumi: “Tante famiglie sono in difficoltà. In particolare, l’acquisto delle materie prime fresche è in calo del 50% e senza di esso la qualità di vita e della salute sarà peggiore”. Inoltre, tutti i relatori hanno affrontato il tema del ricambio generazionale. Se per Marcatili “i giovani ci sono ma sono nascosti e vanno valorizzati”, per Marco Lazzari, responsabile servizio Agri Banking Bper Banca, l’imprenditoria giovanile “è da sostenere” perché spesso sono “nativi digitali e portano con sé tutti i benefici dell’innovazione”.

Filiera e tecnologia sono le parole chiave di Lazzari. Mentre un altro focus dell’Agri Banking riguarda le donne, “che guidano un terzo delle aziende agroalimentari”. A proposito di ricerca è intervenuto Giovanni Dinelli, direttore dipartimento Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna e direttore del Master Produzioni Biologiche e Agroecologia: “La soluzione può essere solo l’innovazione tecnologica”. Infatti, serve una “fabbrica di intelligenza artificiale”, dice Francesco Ubertini, presidente Cineca.

Ubertini ha affrontato il tema Big Data nel settore agroalimentare: “Siamo un soggetto acceleratore di innovazione, stiamo lavorando per realizzare un ‘energy park’ con agro-fotovoltaico, più una parte a biodiversità, per un impianto da 14 megawatt di picco”. Servirà a “spostare una parte significativa dell’energia richiesta in autoproduzione”, quando “arriveranno i computer quantici invece la transizione potrebbe giocare a nostro favore.

Infine Valentino Di Pisa, vicepresidente vicario di Confcommercio Ascom Bologna e presidente nazionale Fedagromercati, ha raccontato “la città che coltiva il futuro”: “Questa iniziativa ha spiegato un settore strategico per l’economia italiana”.

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