Mutui e prestiti in calo al 3,79%, ma i depositi restano al minimo

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Ad aprile il costo del credito bancario in Italia ha mostrato un primo e timido cedimento rispetto ai picchi dello scorso autunno. Il tasso medio sulle nuove erogazioni, che comprende sia i prestiti alle imprese sia i mutui alle famiglie, è sceso a circa il 3,79%, livello che non si vedeva da oltre un anno.

Sul fronte opposto, chi deposita i propri risparmi presso le banche non gode della stessa dinamica: i rendimenti sui depositi rimangono ai minimi storici. In questo contesto, il divario tra ciò che le banche pagano ai risparmiatori e ciò che ottengono dai mutuatari continua a essere particolarmente ampio.

Tassi più leggeri ma ancora “pesanti”

Nei dati ABI relativi ad aprile 2025, emergono quindi due evidenze. Dopo aver toccato il 5,45% a dicembre 2023, il tasso medio sui nuovi finanziamenti alle imprese è sceso al 3,82%, mentre per i mutui prima casa la media sui nuovi contratti si è attestata al 3,29%, in leggera sofferenza rispetto al mese precedente. Complessivamente il tasso medio sui prestiti totali è calato al 4,13%, contribuendo a portare la “nuova media” delle erogazioni intorno al 3,79%.

Il rallentamento è riconducibile all’effetto dei tagli della BCE sui tassi di mercato: l’Euribor a tre mesi, parametro di riferimento per i mutui variabili, si è stabilizzato intorno al 2,14%, mentre il rendimento dei BTP a 10 anni ha oscillato verso il 3,64%. Nonostante ciò, il costo del credito resta superiore alle medie storiche recenti e le famiglie che sottoscrivono un mutuo continuano a fare i conti con rate significativamente più care rispetto al 2022.

Depositi e risparmi

Se da un lato i tassi sui prestiti mostrano un barlume di speranza, sui depositi bancari permane una vera e propria “secca” di rendimento. Ad aprile 2025 il tasso medio sul totale dei depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati) si è fermato allo 0,73%, con i conti correnti che rendono appena lo 0,35% e i depositi a durata prestabilita intorno al 2,37%, leggermente sopra la media dell’area euro.

In termini di quantità, però, la raccolta totale da clientela cresce. Dai dati si scopre che i depositi in tutte le forme sono aumentati dell’1,9% su base annua, raggiungendo 1.811 miliardi di euro, mentre la raccolta indiretta (obbligazioni e titoli) ha registrato un incremento di 131 miliardi tra marzo 2024 e marzo 2025.





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