IV Giornata di Campagna del Progetto Bi.Vi.Si.

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RICERCA, TERRITORIO E CONDIVISIONE: LA BIODIVERSITÀ VITICOLA SICILIANA COME PATRIMONIO COMUNE

Vittoria (RG)- Si è svolta domenica 11 maggio, presso l’azienda Santa Tresa di Vittoria, la IV Giornata di Campagna del Progetto Bi.Vi.Si. – Biodiversità Viticola e Sostenibilità, promosso dal Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia in collaborazione con il Dipartimento SAAF dell’Università degli Studi di Palermo, l’Università di Milano, le aziende vitivinicole aderenti, le realtà del vivaismo specializzato, e con il cofinanziamento della Regione Siciliana attraverso la Misura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2020.

Il progetto si avvia alla sua conclusione ufficiale prevista per giugno 2025, ma si presenta già come una buona pratica replicabile di innovazione agricola integrata, capace di mettere in rete conoscenze scientifiche, strumenti tecnici e tradizione produttiva. Bi.Vi.Si. ha avuto come obiettivo principale la valorizzazione della biodiversità ampelografica siciliana, ma soprattutto la sua messa a sistema attraverso un modello di filiera esteso e collaborativo che coinvolge la selezione genetica, il vivaismo, la gestione agronomica, la vinificazione, l’analisi sensoriale e la comunicazione del prodotto identitario.

L’attività di campo e laboratorio è stata costantemente accompagnata da un forte investimento sulla trasmissione dei risultati, attraverso la partecipazione attiva delle aziende agricole, delle imprese vivaistiche, dei tecnici e degli operatori dell’intera filiera vitivinicola.

OSSERVAZIONE E ADATTAMENTO NEL VIGNETO SPERIMENTALE

Durante la visita tecnica al vigneto sperimentale di Santa Tresa, l’agronomo e direttore aziendale Silvio Balloni ha presentato il lavoro svolto in loco come una pratica agronomica, fondata sull’osservazione continua e su principi di gestione adattiva delle attività agronomiche, dalla gestione delle potature, dal monitoraggio delle fasi più delicate come quelle della fioritura e allegagione, delle curve di maturazione dei grappoli e l’epoca vendemmiale.

“Il nostro è un metodo puntuale – ha affermato il Dr. Balloni –. Qui a Santa Tresa, curiamo ogni pianta del campo sperimentale individuandola singolarmente. Il vigneto sperimentale, per come è stato impostato, ci ha permesso vendemmia dopo vendemmia di mappare la risposta dei diversi fenotipi alle condizioni climatiche specifiche di questo areale, quello del Vittoriese. È stato come scrivere, anno dopo anno, un diario agronomico che oggi costituisce un patrimonio di conoscenza condivisa. Due stagioni, quella 2023 e 2024 speculari e opposte – ha osservato – che ci hanno richiesto un costante riequilibrio vegeto-produttivo: la capacità di leggere la pianta e regolarne l’attività produttiva in base al clima, senza forzature, ma con consapevolezza e adattamento. È questa la nostra vera leva agronomica”.

DEGUSTAZIONE TECNICA E ANALISI SENSORIALE

La degustazione comparata dei campioni di vendemmia 2024 è stata condotta da Valentina Caraci, enologa del progetto e membro del team SAAF, e dal dottorando Manuel Schnitter. Otto i campioni presentati: quattro bianchi e quattro rossi, selezionati in base a biotipo e areale di produzione.

I vini bianchi – Catarratto A e B, Grillo A (da Sclafani Bagni) e Grillo B (da Vittoria) – si sono distinti per la loro brillantezza visiva, una spiccata acidità che conferisce freschezza e longevità e un corredo aromatico fine, incentrato su note agrumate, erbacee e salmastre nel caso dei campioni di Sclafani, e più rotonde e fruttate per il Grillo di Vittoria. La maturità polifenolica equilibrata ha garantito una buona struttura e una beva coerente con i profili varietali attesi, con sensazioni al palato tra mineralità e morbidezza.

I vini rossi – Vitrarolo, Nocera, Frappato A (da Contessa Entellina) e Nero d’Avola A (da Sclafani Bagni) – hanno mostrato una buona estrazione di antociani e tannini maturi, indice di una piena maturazione fenolica. Dal punto di vista olfattivo, si sono evidenziati profumi di piccoli frutti rossi, erbe aromatiche, spezie e, nei casi di maggiore evoluzione, sfumature ematiche e floreali. Al gusto, i rossi si sono caratterizzati per un equilibrio tra acidità viva e tannino gentile, esprimendo persistenza e identità varietale.

UN ECOSISTEMA COLLABORATIVO PER LA VITICOLTURA SICILIANA

Bi.Vi.Si. ha messo in relazione il sapere scientifico e l’agire agricolo, generando una rete tra ricerca universitaria, aziende produttrici e vivaismo. Il trasferimento dei risultati è stato pensato come un processo continuo, concreto, capace di rafforzare la competitività delle imprese e la resilienza del vigneto siciliano.

UN’EREDITÀ PER IL FUTURO DEL VIGNETO SICILIANO

“Questa giornata di campagna conferma che il futuro della viticoltura siciliana passa per l’identità e la sostenibilità – ha dichiarato Camillo Pugliesi, Direttore del Consorzio DOC Sicilia –. Bi.Vi.Si. è il risultato concreto di un’alleanza virtuosa tra università, produttori, vivaisti e istituzioni. Abbiamo creato una piattaforma scientifica condivisa che continuerà a generare valore e conoscenza anche oltre la chiusura formale del Progetto”.

Pugliesi ha inoltre sottolineato il ruolo determinante della Regione Siciliana e dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura, che con la misura 16.1 del PSR Sicilia ha sostenuto un’iniziativa ambiziosa, affidando proprio al Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia la funzione di capofila, coordinatore e promotore delle attività di ricerca e trasferimento tecnologico.

Ferdinando Calaciura – calaciura@granviasc.it – 338 3229837

Gran Via – Società & Comunicazione Srl
Via Giotto, 92 90145 Palermo

BOILER PLATE PROGETTO BI.VI.SI.

Progetto di valorizzazione della biodiversità viticola siciliana nel solco dell’innovazione di processo e di prodotto, con l’obiettivo di dotare le imprese regionali di vantaggi competitivi sostanziali e duraturi. Avviato nel 2022 dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, vede anche il supporto del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Palermo (SAAF) e del Dipartimento di Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università di Milano (DISAA). L’iniziativa si concentra sulla valorizzazione delle varietà autoctone siciliane e dei vitigni reliquia, attraverso lo studio della tipicizzazione dei diversi biotipi in differenti habitat territoriali, coinvolgendo inoltre sei aziende private per lo svolgimento delle attività di ricerca. Il progetto Bi.Vi.Si. prevedere l’introduzione di innovazioni sostanziali, finalizzate alla definizione di strategie agronomiche ed enologiche per la creazione di nuovi vini. Tra le principali azioni rientrano la diffusione della forzatura in acqua nel processo produttivo delle barbatelle innestate, la sperimentazione di nuovi materiali di impianto (i cosiddetti barbatelloni) e il trasferimento di tecniche di trasformazione enologica ottimizzate.



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