ASviS: sostenibilità e deposito cauzionale al centro dello sviluppo dei distretti produttivi – Economia e Finanza

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(Teleborsa) – Durante la tappa bolognese della nona edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, dal cuore produttivo e resiliente dell’Emilia-Romagna è emerso un messaggio chiaro: per promuovere uno sviluppo economico duraturo è fondamentale rafforzare la sostenibilità delle filiere produttive, puntando sull’economia circolare e sull’innovazione diffusa nei distretti industriali.

In quest’ottica, un ruolo chiave può essere giocato dall’introduzione di un sistema di deposito cauzionale per bottiglie e lattine, strumento efficace per contrastare la dispersione ambientale degli imballaggi per bevande. Secondo il Rapporto di Primavera 2025 dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), le imprese italiane che investono in sostenibilità e circolarità registrano migliori performance in termini di produttività, competitività e solidità finanziaria, come ribadito dai numerosi esponenti del mondo economico e finanziario intervenuti all’evento.

Nel corso dell’incontro, ASviS e l’associazione “A buon rendere – molto più di un vuoto” hanno presentato il documento “Il deposito cauzionale, questo sconosciuto. Cosa fare per ridurre la dispersione nell’ambiente di bottiglie di plastica e lattine?”. Il report evidenzia come il sistema di deposito cauzionale (Deposit Return System – DRS) rappresenti una soluzione semplice ma altamente efficace per rafforzare l’economia circolare. I Paesi che lo hanno adottato, come la Germania, raggiungono tassi di raccolta superiori al 90%.

L’Italia, pur vantando buoni risultati grazie all’attività dei consorzi di riciclo, resta uno dei principali contributori all’inquinamento da plastica nel Mediterraneo, con circa 90mila tonnellate disperse ogni anno. Oltre otto miliardi di contenitori per bevande in plastica, vetro e metallo sfuggono al riciclo, finendo nell’ambiente o in impianti di incenerimento e discariche.

Nonostante l’impegno nella raccolta differenziata, circa un terzo delle bottiglie in plastica non viene recuperato, aggravando l’inquinamento. L’adozione di un sistema DRS permetterebbe di migliorare quantità e qualità dei materiali raccolti, facilitando il riciclo sicuro, riducendo l’impiego di materie prime vergini e contribuendo concretamente alla riduzione delle emissioni climalteranti. “Il DRS, oltre a essere coerente con gli obiettivi delle legislazioni europee sui rifiuti previste anche dal nuovo Regolamento UE sugli Imballaggi ed i Rifiuti da Imballaggio, può rappresentare un’importante leva per il raggiungimento di diversi Obiettivi di sviluppo sostenibile. Insieme ai benefici ambientali, i Sistemi di deposito cauzionale hanno dimostrato di poter ridurre i costi di gestione dei rifiuti a carico delle comunità e di stimolare la crescita occupazionale, creando nuovi posti di lavoro nella gestione, raccolta e trattamento dei materiali” ha affermato Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell’ASviS.

“Il meccanismo è semplice: il sistema DRS prevede l’aggiunta di una piccola cauzione sul prezzo di vendita delle bevande che viene restituita al consumatore quando riconsegna il contenitore vuoto. Senza il DRS, sarà impossibile per l’Italia rispettare gli obiettivi legalmente vincolanti di raccolta del 90% al 2029 e di contenuto minimo riciclato per le bottiglie in plastica previsti dalla Direttiva sulle plastiche monouso già recepita nell’ordinamento nazionale” ha dichiarato Enzo Favoino, Coordinatore scientifico della campagna “A buon rendere” e “Zero Waste Europe”.

Una misura che trova d’accordo l’opinione pubblica. Un recente sondaggio di Astra Ricerche ha infatti confermato che oltre l’83% degli italiani è favorevole all’introduzione di un sistema di deposito cauzionale per i contenitori di bevande.

L’evento di Bologna si è aperto con i saluti istituzionali del Presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini e del Sindaco di Bologna Matteo Lepore, che hanno evidenziato il ruolo dei territori nella transizione ecologica, specie alla luce delle recenti emergenze ambientali che hanno colpito l’Emilia-Romagna. A seguire Giulio Boccaletti, Direttore scientifico del CMCC, ha offerto una visione ampia sul rapporto tra crisi climatica e resilienza dei sistemi economici e naturali, richiamando l’urgenza di politiche integrate e a livello europeo.

Nella prima tavola rotonda, “Il ruolo dei distretti nella transizione allo sviluppo sostenibile”, sono intervenuti Daniela Bernacchi, Executive Director UN Global Compact Network Italy, Gianpiero Calzolari, Presidente di Granarolo, Enzo Favoino, Coordinatore scientifico “A buon rendere” e “Zero Waste Europe”, Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell’ASviS, Marco Taisch, Politecnico di Milano, Lorenzo Sartori, Direttore Area Innovazione & Sostenibilità di Emilbanca.

La seconda sessione, dal titolo “Il ‘Pacchetto Omnibus’: semplificazione o deregulation?“, approfondisce le implicazioni delle proposte della Commissione europea sulle normative che riguardano la rendicontazione di sostenibilità da parte delle imprese e gli obblighi di diligenza lungo le catene di fornitura, al fine di ridurre l’impatto ambientale e assicurare il rispetto dei diritti umani, con interventi di: Gianmaria Balducci, Presidente di CEFLA, Filippo Bocchi, Direttore Valore Condiviso e Sostenibilità di Hera, Guglielmina Onofri, Funzionario generale in materia di sostenibilità di CONSOB, Margherita Romanelli, Strategic programming, Advocacy and Partnership Coordinator Italian and European Programs di WeWorld.

Nel pomeriggio si svolgono due sessioni: alla prima, intitolata “Rischio climatico e adattamento delle filiere produttive: il caso Emilia-Romagna” partecipano Fabrizio Curcio, Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche, Michele de Pascale, Presidente della Regione Emilia-Romagna, Giuseppina Gualtieri, Presidente e Amministratore Delegato di Tper Spa, Marie-Charlotte Montaut, Sustainability Officer di Ima. Alla seconda, intitolata “Politica, imprese e società civile: quali sinergie per un futuro sostenibile?“, prendono parte Andrea Bontempi, Direttore Generale di Nomisma, Ethel Frasinetti, Direttrice Generale della Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, Vannia Gava, Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Francesco Malaguti, Presidente di CAMST Group, Lara Ponti, Vicepresidente di Confindustria, Domenico Livio Trombone, Presidente di Coop Alleanza 3.0, Furio Truzzi, Presidente di Consumers’ Forum.

Al termine dell’incontro si svolge il workshop “Cambiare dentro per cambiare il fuori“, facilitato dalla Italian IDG Hubs Collaboration, che offre ai partecipanti l’opportunità di riflettere sulla necessità di accompagnare la transizione verso la sostenibilità con un’adeguata trasformazione culturale, a livello individuale e collettivo.



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