Btp, Bot e CTZ più sicuri così come la solidità della banche italiane in base all’ultimo rapportò 2025 Bankitalia

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La Banca d’Italia nel suo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria 2025 disegna per il nostro Paese uno scenario complesso ma stabile. L’istituto di via Nazionale sottolinea come, nonostante i rischi al ribasso legati a fattori esogeni come i dazi imposti dagli Stati Uniti o la contrazione della manifattura globale, il sistema finanziario italiano continua a mostrare una resistenza strutturale. Gli elementi sono 3: la buona tenuta dei titoli di Stato, la solidità patrimoniale delle banche e un contenuto livello di indebitamento delle famiglie. Ma non mancano segnali di vulnerabilità, soprattutto nel tessuto produttivo e nella redditività delle imprese:


  • Titoli di Stato, condizioni favorevoli in tempi turbolenti

  • Solidità delle banche italiane fra patrimonio e margini

Titoli di Stato, condizioni favorevoli in tempi turbolenti

Nel primo semestre del 2025, la domanda di BTP e BOT è rimasta elevata, nonostante una contrazione degli scambi rilevata ad aprile, coincidente con l’impennata delle tensioni geopolitiche internazionali. La Banca d’Italia conferma che i rendimenti dei titoli pubblici italiani, pur risentendo della volatilità dei mercati, si mantengono su livelli accettabili, con uno spread in calo rispetto ai picchi raggiunti nei trimestri precedenti. La riduzione del differenziale con i bund tedeschi viene letta come un segnale di rinnovata fiducia nella tenuta fiscale del nostro Paese, specie dopo che nel 2024 il deficit pubblico è sceso al 3,4% del PIL e il saldo primario ha registrato un avanzo dello 0,4%.

L’attenzione resta alta anche sui CTZ, titoli a zero coupon il cui collocamento è stato interrotto nel 2022, ma che continuano a rimanere in circolazione per chi li aveva già sottoscritti. L’analisi di Bankitalia suggerisce che, sebbene l’interesse per queste obbligazioni sia diminuito, il loro profilo di rischio non si è aggravato. I BOT a breve scadenza, invece, confermano la loro attrattività per i risparmiatori più prudenti, soprattutto in un contesto dove i tassi della BCE restano ancora sopra il 3%.

Solidità delle banche italiane fra patrimonio e margini

Sul fronte bancario, la fotografia scattata dall’Istituto centrale è positiva. Il sistema creditizio italiano si presenta oggi con buoni livelli di patrimonializzazione, indicatori di liquidità equilibrati e una qualità degli attivi stabile. Il capitale CET1 medio si mantiene sopra l’11%, e nonostante il graduale rimborso delle TLTRO3 concesse dalla BCE, la disponibilità di fondi non sembra essere un problema. Le banche italiane, in altre parole, hanno affrontato la fine delle politiche monetarie ultra-espansive senza particolari contraccolpi.

Ma le pressioni derivanti dal contesto economico non sono da sottovalutare. Secondo Bankitalia, la redditività del settore ha iniziato a rallentare nella seconda metà del 2024, a causa della crescita modesta e del peggioramento delle condizioni delle imprese clienti. Le previsioni indicano un lieve aumento dei crediti deteriorati nel biennio 2025-2026, legato a insolvenze aziendali in crescita. Ma l’istituto sottolinea che tali aumenti, pur da monitorare, sono da considerarsi fisiologici, e non mettono a rischio la tenuta complessiva del sistema.

L’atteggiamento delle banche verso la concessione di nuovi prestiti rimane prudente. La domanda di credito da parte delle imprese è debole, complice la riduzione degli investimenti, e le politiche di erogazione si sono fatte più selettive. Questo approccio, pur frenando l’espansione economica, contribuisce a preservare la stabilità finanziaria.

La situazione patrimoniale delle famiglie italiane si conferma come uno dei fattori di equilibrio del sistema. Il rapporto evidenzia come l’indebitamento delle famiglie in rapporto al reddito disponibile sia sceso al 56,1%, un valore tra i più bassi dell’Eurozona.

Un altro dato che rassicura è l’ampia diffusione dei mutui a tasso fisso, che coprono circa il 70% dei finanziamenti in essere. Questo protegge i nuclei familiari dall’impatto di eventuali nuovi rialzi dei tassi ufficiali e contribuisce a contenere il rischio di insolvenze nel segmento retail. Secondo Bankitalia, nel corso del 2024 si è registrato un aumento sia dei depositi bancari sia degli investimenti nel risparmio gestito, mentre ha rallentato l’acquisto diretto di titoli di Stato.



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