Commercio, giovani in fuga – Latina Oggi

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L’imprenditoria giovanile nel terzo settore è in caduta libera. A dirlo sono i numeri diffusi da Confesercenti nazionale, che evidenziano una perdita di oltre 35.600 imprese under 35 nei settori chiave del commercio, della ristorazione e della ricettività tra il 2019 e il 2024. Una flessione pari al -22,9%, che colpisce nel cuore l’economia del Paese e che trova riscontro concreto anche nel territorio pontino.

«I dati nazionali riflettono una realtà che viviamo ogni giorno anche nella provincia di Latina – afferma Matteo Tulli, delegato Giovani Imprenditori di Confesercenti Latina – dove molti ragazzi, pur animati da idee valide e spirito d’iniziativa, rinunciano a fare impresa perché scoraggiati da un contesto poco favorevole»”. Un contesto che, secondo l’analisi di Confesercenti, sta mettendo in ginocchio soprattutto le micro e piccole imprese, quelle più fragili e meno strutturate: «Una su tre – si legge nel report – chiude prima di compiere cinque anni di vita».

Il calo dell’imprenditoria giovanile, inoltre, è quattro volte superiore rispetto a quello delle imprese guidate da over 35 (-5%), e oltre tre volte rispetto alla flessione complessiva delle attività nei tre settori considerati (-7,2%). L’effetto di questo trend è un progressivo “invecchiamento” dell’impresa diffusa: l’età media degli imprenditori italiani nei comparti commercio, turismo e ristorazione ha superato i 51 anni (51,3 per la precisione), mentre le imprese guidate da giovani rappresentano ormai solo il 10% del totale, in calo rispetto al 12,1% del 2019.

«Il dato demografico è eloquente – sottolinea ancora Tulli – e ci impone una riflessione profonda sul futuro del nostro tessuto produttivo. Siamo di fronte a una vera e propria emorragia di energie imprenditoriali che, se non arrestata, rischia di compromettere il ricambio generazionale in settori fondamentali per l’economia locale e nazionale».

Le cause? Tante e complesse, ma tutte legate a un sistema che non premia il coraggio di chi vuole fare impresa. «I giovani non cercano scorciatoie – chiarisce il rappresentante di Confesercenti Giovani – ma condizioni eque e strumenti adeguati per poter esprimere il proprio potenziale. Purtroppo, oggi chi decide di avviare un’attività si scontra con una burocrazia spesso opprimente, difficoltà nell’accesso al credito, una fiscalità pesante e un ecosistema imprenditoriale che tende a favorire le realtà già consolidate. Il risultato? Idee che restano nel cassetto e un’intera generazione che si allontana sempre più dal mondo dell’impresa».

Il quadro, già preoccupante a livello nazionale, assume contorni ancora più critici in provincia di Latina, dove commercio e ristorazione rappresentano da sempre colonne portanti del sistema economico locale. «Nel nostro territorio – evidenzia Tulli – la carenza di strumenti di supporto e la difficoltà di intercettare risorse e incentivi sono problemi quotidiani. Eppure, non mancano i giovani con voglia di mettersi in gioco: ciò che manca è una strategia politica seria e di lungo periodo».

Secondo Confesercenti, la soluzione non può che passare da un ripensamento profondo delle politiche giovanili in ambito imprenditoriale. Le proposte sul tavolo non mancano: formazione mirata, semplificazione amministrativa, incentivi all’autoimpiego, sostegno alle start up attraverso bandi accessibili e una maggiore connessione tra scuola, università e mondo del lavoro.

«Serve una visione d’insieme – spiega Tulli – in grado di accompagnare i giovani lungo tutto il percorso, dall’idea al progetto d’impresa, fino alla sua concreta realizzazione e al consolidamento nei primi anni di attività. Senza un supporto strutturale, il ricambio generazionale rischia di restare solo una bella intenzione». In questo quadro, il ruolo delle associazioni di categoria diventa fondamentale.«Come Confesercenti Giovani Latina – conclude Tulli – continueremo a fare la nostra parte, offrendo supporto, orientamento e consulenza a chi decide di crederci ancora. Accompagniamo le nuove imprese attraverso strumenti come il microcredito, l’assistenza per partecipare ai bandi, servizi di tutoraggio e formazione, ma da soli non possiamo bastare». Un chiaro appello alle istituzioni per dare una mano a invertire il trend,



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