Scarpa veneta, è allarme: a rischio 4.000 posti di lavoro – LaConceria

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Veneto, la crisi mette a rischio 4.000 posti di lavoro nella calzatura. Imprenditori e sindacati lanciano il loro grido di allarme per una situazione che potrebbe ben presto aggravarsi senza interventi di sostegno. I sindacati sottolineano come le imprese locali siano costrette a usufruire degli ammortizzatori sociali per evitare licenziamenti e chiusure.

Scarpa veneta, è allarme

Partiamo dai numeri. Nel 2024, rispetto al 2023, il Veneto ha perso 50 aziende calzaturiere su 1.083 e 894 posti di lavoro su 14.722. Nella pelletteria ha perso 8 imprese su 277, pur incrementando il numero degli addetti (+135) per un totale di 4.144 occupati a fine 2024. Nel 2025 l’andamento dei vari settori legati alla moda, filiera produttiva compresa, non è cambiato. Come ci hanno confermato Alessandra Vicari, presidente del calzaturificio Sandro Vicari di Fiesso d’Artico (Venezia) e Luca Bortolotto di Stebor, azienda di Malo (Vicenza) nelle interviste che potete leggere qui.

 

 

A rischio 4.000 posti di lavoro

Organizzazioni datoriali e sindacali tornano a farsi sentire e sottolineano la necessità e l’urgenza di misure di sostegno alle imprese e ai lavoratori. Secondo le stime, la crisi potrebbe mettere a rischio fino a 4.000 posti di lavoro nei prossimi mesi. Secondo il presidente del Gruppo Calzatura di Confindustria Veneto Est, Daniele Salmaso, “il supporto a livello di misure governative come nel periodo del Covid, la moratoria sui crediti sarebbe una cosa efficace e giusta. Le richieste di CGIL sono pienamente condivisibili” (fonte La Nuova Venezia).

Le misure richieste

Quali sono? Le riepiloga Michele Pettenò di FICLTEM – CGIL. Primo: la sospensione dei versamenti tributari per le attività in crisi. Secondo: l’introduzione di una moratoria sul rientro dei prestiti garantiti. “Diventano fondamentali il rafforzamento degli incentivi previsti da Impresa 4.0, con procedure semplificate per l’accesso ai finanziamenti. Ma anche un maggiore sostegno alla partecipazione alle fiere internazionali. Senza interventi mirati il rischio è quello di perdere competenze specializzate e di compromettere la ripresa futura”. (mv)

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